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Questo articolo è stato pubblicato il 06 novembre 2014 alle ore 06:40.

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L'accordo di pace di Minsk, su cui pochi avevano riposto qualche speranza per l'Ucraina, ormai è in frantumi. Una constatazione resa ancora più amara dal fatto che mentre le due parti in lotta si attribuiscono a vicenda la responsabilità del fallimento, colpi di artiglieria hanno raggiunto ieri una scuola di Donetsk vicina all'aeroporto, uccidendo due ragazzi che stavano giocando a pallone e ferendone altri quattro.
Senza più la copertura della tregua, i combattimenti si stanno intensificando e si teme che la situazione possa di nuovo sfuggire completamente di controllo. Il presidente ucraino Petro Poroshenko ha accusato i separatisti di aver violato gli accordi con le elezioni del 26 ottobre scorso, e ha ritirato l'offerta di una legge che avrebbe concesso autonomia a Donetsk e Luhansk. Il premier Arseniy Yatsenyuk ha annunciato la cessazione di finanziamenti pubblici alle regioni, anche se proseguiranno i rifornimenti di luce e gas. A loro volta, i nuovi leader che ora ritengono di essere i legittimi interlocutori per i negoziati con Kiev attaccano Poroshenko per aver ritirato una legge da loro comunque respinta. Da Berlino, Angela Merkel ha minacciato un irrigidimento delle sanzioni contro le nuove autorità separatiste.
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