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Questo articolo č stato pubblicato il 07 novembre 2014 alle ore 11:44.
![Corbis](http://i.res.24o.it/images2010/Editrice/ILSOLE24ORE/ILSOLE24ORE/2014/11/08/Mondo/ImmaginiWeb/real-brasile-dollaro-corbis-258.jpg?uuid=7e8ea006-6669-11e4-b7ee-77ab47cac20e)
Cala la voglia di dollaro. Le Banche centrali di Brasile e Uruguay hanno siglato un accordo per utilizzare le loro monete, il real e il peso, per i reciproci scambi commerciali.
L'intesa riduce i costi delle transazioni, e facilita l'inclusione finanziaria di Piccole e medie imprese, finora non a loro agio nelle operazioni di cambio con altre valute.
La decisione č stata presa da Alberto Graņa, presidente della Banca dell'Uruguay e da Alexandre Tombini, presidente della Banca centrale del Brasile, durante la 28a riunione di Presidenti delle Banche centrali dell'America del Sud, tenuta a Lima, in Perų.
L'accordo bilaterale prevede che le persone fisiche e quelle giuridiche, residenti in Uruguay e in Brasile, possano realizzare pagamenti e incassi nelle loro rispettive valute. Entrerā in vigore, tra tre settimane, il primo novembre 2014.
Il nuovo sistema di pagamenti non sarā pių complesso: č stato semplicemente introdotto un software che utilizza diversi tassi di cambio.
Una commissione dell'Unione sudamericana delle nazioni (Unasur) sta studiando di estendere l'iniziativa ad altri Paesi sudamericani.
Oltre a vantaggi economici, l'introduzione di una nuova valuta di riferimento ha un profondo significato politico. Uruguay e Brasile avversano l'Alca (Area di libero scambio delle Americhe), sponsorizzata dagli Stati Uniti e sostengono una maggior integrazione commerciale latinoamericana.
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