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Questo articolo è stato pubblicato il 07 novembre 2014 alle ore 06:39.
L'ultima modifica è del 07 novembre 2014 alle ore 06:48.
NEW YORK. Dal nostro corrispondente
Oggi nel suo incontro con la leadership repubblicana il presidente Barack Obama, in partenza per Pechino nel fine settimana, dovrebbe puntare almeno su una concessione nell'interesse dell'economia americana, la Tpa, la Trade Promotion Authority, l'equivalente del vecchio Fast Track, strumento chiave per agevolare gli accordi commerciali multilaterali. Il Tpa consentirà a Obama di provare a raggiungere almeno un obiettivo storico prima della fine del suo mandato, nel gennaio del 2017: la chiusura dei negoziati Tpp (Trans Pacific Partnership) e Ttip (Transatlantic Trade and Investment Parternship). La firma di accordi che apriranno al commercio mondiale e daranno un forte impulso alla crescita, eliminando tariffe, dazi e ogni altro ostacolo a esportazioni e importazioni, è nell'interesse anche dei repubblicani, perché incrementerà i tassi di crescita e di occupazione e, sulla carta, il partito di John Boehner e di Mitch McConnell è da sempre per il libero mercato.
Il Tpa è uno strumento chiave con cui in passato l'America è riuscita a chiudere altri importanti negoziati commerciali, primo fra tutti il Nafta che ha unito i mercati nordamericani di Usa, Canada e Messico dando un forte impulso alla crescita dei tre paesi. Il Tpa in sostanza consente all'Amministrazione e al capo negoziatore commerciale Mike Froman, di trattare un accordo con le controparti con pieni poteri. L'accordo sarà poi presentato per una ratifica in Parlamento che potrà solo approvarlo o respingerlo senza alcuna modifica. È difficile che il Parlamento finisca con il bocciare un accordo negoziato in trasparenza, informando passo passo le commissioni competenti in Congresso. Il Tpa diventa così lo strumento chiave con il quale l'Amministrazione potrà fare seri passi avanti su negoziati che languono per il timore delle controparti che al momento del voto vi saranno poi emendamenti in arrivo dal Congresso.
Questo fine settimana Obama è in partenza per l'Asia, andrà prima a Pechino per il vertice Apec (Asian Pacific Economic Cooperation) e per un vertice bilaterale con il presidente cinese Xi Jinping. Ci sarà poi una tappa a Burma per un vertice Asean e infine, il prossimo fine settimana, sarà al G-20 di Brisbane dove potrà fare il punto anche in incontri bilaterali con i leader europei sugli ostacoli che rallentano il negoziato Ttip.
L'impegno dei repubblicani quanto meno a discutere del Tpa, che potrebbero concedere rapidamente visto che ormai controllano ampiamente il Parlamento, aiuterebbe Obama a dare maggior credibilità alla sua agenda politica internazionale, soprattutto dopo la sconfitta di martedì. Il presidente al G-20 e nei bilaterali ai margini dell'Apec affronterà anche questioni di sicurezza nazionale come la guerra contro l'Isis. Un'apertura aiuterebbe anche i repubblicani: potranno dimostrare di voler prendere molto seriamente le loro nuove responsabilità, soprattutto su temi come crescita, apertura e sicurezza, ideali per dimostrare che accordi bipartisan in questi ultimi due anni di Obama, saranno possibili.