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Questo articolo è stato pubblicato il 08 novembre 2014 alle ore 13:02.
L'ultima modifica è del 08 novembre 2014 alle ore 19:52.

I centri sociali: «Abbiamo solo reagito»
«Abbiamo tentato di contestare Salvini e lui è scappato. A quel punto abbiamo provato a bloccare la sua auto, che è partita investendo due dei nostri. Solo allora abbiamo attaccato l'auto sfasciando il lunotto». Questa la versione data dai rappresentanti di «Bologna antifascista», sigla che riunisce vari collettivi e centri sociali, degli scontri in cui è stata danneggiata l'auto di Salvini.
Alessandro, uno dei ragazzi coinvolti negli scontri, sostiene che «si è solo reagito ad un tentativo di omicidio. Uno dei nostri è stato urtato dall'auto e ha anche battuto la testa, mentre un altro si è buttato sul cofano dell'auto per non essere investito». Il ragazzo aggiunge che «anche se Salvini non guidava è comunque responsabile dell'accaduto, e ha dimostrato una volta di più di non avere alcuno scrupolo». I rappresentanti di «Bologna antifascista» concludono dicendo che «rivendichiamo il nostro gesto, e ribadiamo che a Bologna il razzismo della Lega non ha cittadinanza».
Il questore: «Identificati tre degli aggressori»
Nel pomeriggio di sabato ha parlato il questore di Bologna, Vincenzo Stingone: «Tre persone, tra coloro che hanno partecipato all'aggressione, sono stati identificati. Due di questi sono già noti alle forze dell'ordine».
Picchiato e preso a calci un cronista del Resto del Carlino
Un cronista del Resto del Carlino è stato picchiato e preso a calci al termine della manifestazione delle realtà antagoniste bolognesi che protestavano contro la visita di Salvini. Il giornalista Enrico Barbetti è stato soccorso e portato al pronto soccorso: si è rotto il gomito sinistro. Il cronista era stato insultato già in mattinata e al termine della manifestazione è stato pedinato e aggredito per due volte da una quindicina di antagonisti. Il giornalista è stato circondato dai manifestanti, che lo hanno spintonato. È caduto due volte ed è stato preso a calci.
Calderoli: «Pronti a far valere la legge del taglione»
«Non è più tollerabile che i balordi dei centri sociali possano continuare ad esercitare violenza e a calpestare le regole della democrazia e del codice penale». Lo dice Roberto Calderoli in riferimento all'aggressione ai danni del Segretario della Lega Nord Matteo Salvini.
«Si tratta di gentaglia e parassiti - aggiunge - che nella propria vita non hanno mai lavorato ed esercitano quotidianamente una forma di fascismo purtroppo, per troppo tempo, tollerato da una sinistra che ha sempre loro strizzato l'occhiolino». «D'ora in poi - conclude Calderoli- se non li fermeranno le Forze dell'Ordine, non porgeremo l'altra guancia, ma varrà la legge del taglione: occhio per occhio dente per dente», dichiara il Vice Presidente del Senato.
Il capogruppo leghista al Senato chiede le dimissioni di Alfano, questore e prefetto di Bologna
A seguito dell'aggressione all'auto del segretario Matteo Salvini in visita al campo rom di Bologna la Lega punta il dito contro il ministro degli Interni Angelino Alfano e contro il Questore e il Prefetto del capoluogo emiliano chiedendone la «rimozione immediata».
«Chiediamo - ha annunciato il capogruppo della Lega al Senato. Gian Marco Centinaio - le immediate dimissioni di Alfano. Le sassate ricevute da Matteo Salvini oggi, dimostrano che in questo paese comandano i centri sociali, i rom, i clandestini e i delinquenti. Tutti coloro che in barba alla legge vogliono imporre le proprie convinzioni restano sistematicamente impuniti, peggio: sono coccolati da stampa e sistema. Vergogna. Tanto non ci fermerete mai, la gente è con noi».
Salvini non avrebbe comunicato alle Forze dell’ordine percorso e programma della visita
Ci sarebbe stata la mancata indicazione di percorso e di programma della visita a Bologna da parte dello staff di Matteo Salvini dietro la mancata presa in consegna da parte della Digos al suo arrivo nel capoluogo emiliano. L'aggressione da parte degli antagonisti sarebbe avvenuta in un luogo che non era stato comunicato alla Questura, che aveva predisposto sin dalle 7 del mattino un servizio di accoglienza e di tutela rafforzato, anche per la visita al campo nomadi di via Erbosa. È quanto filtra da ambienti inquirenti e investigativi. Salvini è sottoposto a tutela di quarto livello, la più blanda, che prevede che lui possa essere scortato da Milano a luoghi di attività politica, che spetta a lui, da tutelato, indicare. Oggi, a quanto si apprende, la polizia aveva comunicato ai referenti locali della Lega che Salvini sarebbe stato preso in carico da un servizio di scorta al casello dell'autostrada Milano-Bologna. Ci sarebbero stati diversi contatti e infine una certa apprensione nell'assenza di notizie. Quando finalmente lo staff avrebbe risposto alla Questura, Salvini era già nel parcheggio nei pressi del campo nomadi per un'improvvisata conferenza stampa. Sarebbe stata proprio questa la via per gli antagonisti per sapere che Salvini era avvicinabile e senza tutela.
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