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Questo articolo è stato pubblicato il 08 novembre 2014 alle ore 08:12.
L'ultima modifica è del 08 novembre 2014 alle ore 12:05.

Governo al lavoro sul «dossier-Pil», ovvero sul rischio che la lunga crisi possa di fatto determinare il taglio delle pensioni future. Ad aprire ufficialmente il confronto è la richiesta che l'Inps si appresta a inviare ai ministeri del Lavoro e dell'Economia. «La lettera con la richiesta di pareri ai ministeri sarà inviata lunedì - afferma Tiziano Treu, commissario straordinario dell'Inps, nominato di recente dal governo –. Poi sarà necessario un incontro. L'Inps - aggiunge Treu - può fornire numeri e simulazioni sull'applicazione del tasso annuo di capitalizzazione dei montanti contributivi. Poi però toccherà ai ministeri decidere e, a mio avviso, potrebbe essere necessario anche un intervento legislativo».
Il nodo è quello del tasso di capitalizzazione dei montanti contributivi, calcolato ogni anno dall'Istat sulla variazione media del Pil nel quinquennio precedente: per la prima volta, causa recessione economica, questa percentuale è negativa (-0,1927%) e, senza interventi, produrrà l'effetto paradossale di sottrarre soldi al "salvadanaio previdenziale" dei futuri pensionati italiani (si veda Il Sole 24 Ore del 6 novembre).
La richiesta dell'Inps
L'Inps chiederà dunque ai ministeri vigilanti (Lavoro ed Economia) se dovrà applicare o meno il coefficiente che rischia di "tagliare" le pensioni: nella riforma 335 del 1995, nota come "riforma Dini", non era stato infatti ipotizzato un Pil negativo. La richiesta di chiarimenti da parte dell'Inps comporterà il «congelamento» dell'applicazione del tasso negativo. E la fase di stand by sarà utile al governo per prendere una decisione.
Due visioni
A quanto risulta al Sole 24 Ore, due visioni si confrontano all'interno dell'Esecutivo: da un lato chi ritiene necessaria una sterilizzazione dell'effetto negativo sugli assegni previdenziali; dall'altro, chi invece pone il problema della copertura finanziaria nel caso venisse annullato il coefficiente di «svalutazione» delle pensioni. Fonti vicine alla Ragioneria dello Stato confermano che la sterilizzazione è possibile, ferma restando la previsione di una copertura finanziaria.
Nel frattempo, il presidente della commissione bicamerale di vigilanza sugli enti previdenziali, Lello Di Gioia (Psi), ha presentato un emendamento alla legge di Stabilità che punta ad annullare le conseguenze del tasso negativo: «Sì, ho presentato l'emendamento per neutralizzare gli effetti nefasti sulle pensioni del tasso negativo calcolato dall'Istat. Spero che martedì il provvedimento superi il test di ammissibilità».
Vecchi pensionati e Casse
Un confronto delicato che interessa tutti i futuri pensionati e non solo quelli che riceveranno l'assegno previdenziale con le regole del contributivo. La riforma Monti-Fornero del 2011 ha infatti stabilito il metodo contributivo pure per coloro che hanno iniziato un'attività lavorativa prima del 1995 in relazione a quanto versato dal 2012. Gli effetti maggiori, però, se il trend dovesse proseguire o comunque mantenersi vicino allo zero, saranno a carico dei più giovani, soggetti integralmente al sistema contributivo.
Inoltre il tasso negativo dovrà essere utilizzato anche dalle Casse previdenziali dei professionisti.
Il documento Istat con il calcolo del nuovo coefficiente di rivalutazione è stato inviato anche a loro il 27 ottobre scorso (vedi documenti in pagina). Ma ci sono delle eccezioni. Alcuni enti previdenziali hanno, infatti, scelto di agganciare la rivalutazione delle pensioni dei propri iscritti a indici differenti: è il caso degli agrotecnici che, nonostante un Pil negativo, garantiscono un rendimento minimo dell'1,5 per cento; inizialmente agli agrotecnici era stata negata tale possibilità ma il Consiglio di Stato, nel luglio scorso, gli ha dato ragione vista la sostenibilità a 50 anni e i conti in ordine. Hanno chiesto di cambiare gli indici di riferimento, in successione, i consulenti del lavoro (Enpacl) e gli ingegneri (Inarcassa): sono in attesa di un via libera dai ministeri vigilanti, Lavoro ed Economia.