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Questo articolo è stato pubblicato il 11 novembre 2014 alle ore 08:56.
L'ultima modifica è del 11 novembre 2014 alle ore 10:26.

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Si infittisce di ora in ora il giallo sulla presunta morte del leader dello Stato islamico, Abu Bakr al Baghdadi. Mentre le autorità irachene parlano di un suo ferimento in un raid aereo a Mosul e quelle statunitensi non confermano il suo decesso, un account Twitter considerato vicino al gruppo jihadista ne annuncia invece la morte. Il profilo della «Muassasa al Ittisam», che diffonde la propaganda jihadista in rete, ha annunciato: «Vi daremo presto i particolare del martirio del califfo al Baghdadi e annunceremo in seguito il giuramento di fedeltà per il nuovo califfo suo successore». Lo stesso account poco dopo ha diramato una foto del presunto cadavere di al Baghdadi, mentre c'è silenzio sull'argomento da parte degli altri siti jihadisti.

Anche fonti irachene citate dal giornale egiziano «al Ahram» confermano la notizia della morte del leader dello Stato islamico, Abu Bakr al Baghdadi, in un raid aereo a Mosul. Diversi cittadini della città del nord dell'Iraq, contattati dall'inviato del giornale del Cairo, hanno confermato il decesso di al Baghdadi, aggiungendo che il gruppo avrebbe già scelto il suo sostituto, senza comunicarne il nome. Queste notizie non trovano però ancora conferme ufficiali da parte delle istituzioni e dei media iracheni.

In giornata si è saputo che due giovani di 19 e 21 anni, attivisti per i diritti umani, sono stati decapitati a Derna, nell'est della Libia, dove i jihadisti hanno giurato fedeltà all'Isis e imposto la sharia. Lo riferiscono media locali. I due sarebbero sostenitori dell'ex generale Khalifa Haftar che combatte i gruppi estremisti a fianco dell'esercito regolare.

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