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Questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2014 alle ore 06:40.

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ROMA.
La minaccia eversiva interna rialza la testa. Quella internazionale resta negli indicatori consolidati, ma da domenica a Roma la Polizia di Stato ha scatenato non solo le indagini giudiziarie ma anche le ricerche e le verifiche, nazionali ed estere, su due magrebini fermati dopo un inseguimento: sono state ritrovate una bandiera dell'Isis e documentazione sulla guerra all'Occidente, oltre a due pistole. «Molto interessante» dicono gli investigatori. Adesso si attendono i riscontri.
Il tema principale all'ordine del giorno del ministro dell'Interno, Angelino Alfano, e del capo del dipartimento Ps, Alessandro Pansa, resta però quello dell'ordine pubblico e dei segnali evidenti di aggressività annunciati nelle prossime manifestazioni: a Napoli, Milano e Roma, quelle più importanti, e comunque in tutta Italia, venerdì prossimo. Per molti sarà una giornata campale. Le dichiarazioni di conflittualità, intanto, abbondano. Il punto è stato fatto nel comitato nazionale convocato lunedì al Viminale da Alfano con i vertici delle forze dell'ordine e dei servizi di intelligence. Certo è che i movimenti anticrisi si sono moltiplicati e le anime della protesta sono ormai un pulviscolo complicato da seguire e gestire in piazza. Ci sono studenti, precari, disoccupati, immigrati, sfrattati e molte altre categorie del disagio sociale. Scendono in campo i sindacati di base - ma anche la Fiom - nelle varie declinazioni. Non mancherà, è probabile, la presenza degli antagonisti, e i responsabili dell'ordine pubblico incrociano le dita per scongiurare la presenza di soggetti anarco-insurrezionalisti, i più temuti e da tempo sottotracccia: fatto che rende più probabile la loro necessità di riemergere e dimostrare presenza e visibilità. Non certo pacifica.
On line si trovano ormai informazioni in quantità sulle proteste in atto e in preparazione. Già annunciate, in realtà, sin da luglio: su www.zic.it, dove stanno anche le "acabnewsBologna" (dove acab sta per "all cops are bastard", tutti i poliziotti sono bastardi), il comunicato finale «della 3 giorni in Val di Susa", datato 15 luglio 2014, parla di «mobilitazione collettiva » che deve realizzarsi «il 14 novembre in prossimità della giornata delle lotte studentesche internazionali».
Su www.infoaut.org un articolo uscito proprio ieri parla senza mezzi termini: «Sotto la spinta della crisi si moltiplicano i punti di insopportabilità»; emerge, a loro avviso, una «istanza di conflitto maturata nella crisi del ciclo produttivo/riproduttivo» che «sembra che parzialmente riaggreghi reti sociali frammentate». Si riconosce una «puntiforme dimensione della conflittualità» ma si sottolinea che «i margini di espansività sono ampi». Su www.usi-ait.org, da cui è scaricabile anche «Lotta di classe» - stampa anarco-sindacalista, viene messo in evidenza come davanti allo «sciopero generale del 14 novembre» si assiste a «un dato storico che si è già puntualmente verificato» e cioè che «quando i lavoratori e le lavoratrici si battono con accanimento in difesa del proprio posto di lavoro e dei diritti acquisiti si fa ricorso alla violenza di stato a suon di manganelli, denunce e cariche poliziesche».
Domani a Roma si riuniscono i vertici delle forze dell'ordine convocati dal prefetto Giuseppe Pecoraro, analoghe riunioni delle autorità di P.s. ci saranno nelle altre città. Nella capitale i cortei di venerdì dovrebbero interessare la zona della stazione Termini e non il centro storico, ma non mancano i cosiddetti «obiettivi sensibili». Di fatto in assenza di un servizio d'ordine della Cgil, da sempre garanzia di fermezza contro gli intemperanti, i livelli di rischio per l'ordine pubblico potrebbero essere molto più alti.
marco.ludovico@ilsole24ore.com
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