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Questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2014 alle ore 17:30.
L'ultima modifica è del 12 novembre 2014 alle ore 17:39.

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L'opinione dell'Inps sul calcolo delle pensioni con il sistema contributivo è «conforme con la lettera e lo spirito della legge che parla di rivalutare e non di svalutare» le pensioni. Così il commissario straordinario dell'Inps, Tiziano Treu, a margine di una audizione in Senato, ha riferito che per l'Inps non è ammissibile una svalutazione del montante contributivo legato al Pil negativo, ma che il tasso di rivalutazione al massimo può essere pari a zero. Treu ha fatto presente che anche la Consulta si è pronunciata nello stesso modo in un caso simile. E ha escluso per ora un problema di coperture ora. Il commissario ha riferito infine che «il ministero del Lavoro darà una risposta ma, da quello che ho sentito, è d'accordo con noi» mentre il ministero dell'Economia «non si è ancora pronunciato».

Pensioni, Nori: no problema coperture se non si può svalutare
Una tesi confermata dal direttore generale dell'Inps, Mauro Nori, per il quale «se l'interpretazione» della norma stabilisce che non è possibile svalutare, allora «non c'è un problema di coperture», perché vuol dire che «erano già previste». Nori, parlando del meccanismo che aggancia le pensioni al Pil e del rischio di una diminuzione degli importi, vista la recessione, a margine di un incontro alla commissione Lavoro del Senato, ha aggiunto che in caso di interpretazione diversa della normativa si aprirebbe un problema di copertura relativo «a circa 15 milioni di lavoratori».

La lettera dell’Inps
In una lettera annunciata nei giorni scorsi (anticipata dal Sole 24 Ore di ieri), che è stata inviata ieri al ministero del Lavoro e a quello dell'Economia, il direttore generale Mauro Nori aveva fatto sapere che «salvo contrario avviso di codesti ministeri», nell'ipotesi di variazione negativa della media quinquennale del Pil, l'Istituto previdenziale «non procederà ad alcuna rivalutazione dei contributi accreditati», limitandosi a «considerare il valore nominale dei contributi accreditati». Per determinare il tasso di capitalizzazione, in base alla legge 335 del 1995, si prende come riferimento la media del Pil nominale calcolata dall'Istat nei cinque anni che precedono l'anno da rivalutare. Che in questo caso però sono stati caratterizzati da un lunga recessione, scontando il -5,5% del 2009. Il problema con ogni probabilità non riguarderebbe solo i pensionati a partire dal 1° gennaio 2015, ma anche nel 2016, visto che difficilmente si riuscirà a recuperare il terreno perso durante la crisi.

Esodati, salvaguardate tutte le categorie ed allineate a gennaio 2015
Quanto al capitolo esodati, tutti i soggetti appartenenti alle categorie di esodati sulla scia della legge Fornero sono stati salvaguardati con i sei provvedimenti di “tutela” finora presi. È il dato emerso dall'audizione di commissario straordinario e direttore generale dell'Inps, Tiziano Treu e Mauro Nori, nella sottocommissione ad hoc della commissione Lavoro del Senato presieduta da Annamaria Parente (Pd). Le pensioni di questi soggetti, ha riferito la senatrice, sono «allineate al 6 gennaio 2015». Si tratta delle diverse categorie di lavoratori: da quelli in mobilità a quelli che hanno versato contributi volontari. «Rimangono - ha aggiunto Parente - dei casi individuali per i quali la sottocommissione si è impegnata a fare un censimento tramite delle schede che saranno disponibili sul suo sito». Dai dati Inps emerge che al 27 ottobre 2014 sono stati salvaguardati 162.130 soggetti, sono state emesse 97.267 certificazioni e sono state liquidate 56.274 pensioni.

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