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Questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2014 alle ore 11:47.

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Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco. (Ansa)Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco. (Ansa)

«Siate sempre vigili, non cedete mai agli idoli del momento». Aprendo il convegno che oggi a Roma ne celebra il pensiero nel centenario della nascita, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco cita una frase che l’economista Federico Caffè usava rivolgere ai suo studenti per invitare i giovani a farne una regola di vita. Visco ha quindi sottolineato le qualità di Caffè, «un grande italiano» molto legato a Bankitalia che «nel ’68 soffrì per le sciocche accuse di connivenza con i difensori del capitale». Caffè fu senz’altro «mortificato dalla ristrettezza mentale» dei contestatori, ma «li giustificava a causa della giovane età».

Giudizio premonitore su danni della finanza speculativa
D’altronde, ha rilevato ancora Visco nel suo intervento introduttivo al convegno organizzato dall'Università Roma Tre, «ogni stagione ha le sue sciocche interpretazioni, e anche oggi esse non mancano, basta leggere i giornali». Secondo Visco, Caffè, «grande economista dalla parte dei più deboli» e «convinto sostenitore del ruolo attivo dello Stato per correggere le inefficienze del mercato», «guardava con preoccupazione alla finanza speculativa disgiunta dalla economia reale», anche se «il suo non fu un vago egualitarismo, fu anzi sempre molto critico di alcune posizioni estreme».

Un maestro dell’economia capace di affascinare gli studenti
Visco ha ricordato Caffè anche come un insigne «economista e professore universitario, capace di far pendere dalle sue labbra centinaia di studenti con un uso efficace delle teorie economiche dove prevaleva l'importanza dell'eclettismo, non a caso citava Paul Samuelson al tempo stesso economista neoclassico e keynesiano».

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