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Questo articolo è stato pubblicato il 13 novembre 2014 alle ore 20:54.

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Chiara Rizzo, moglie dell'ex deputato di Forza Italia Amedeo MatacenaChiara Rizzo, moglie dell'ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena

È iniziato a Reggio Calabria il processo con rito abbreviato che vede imputata Chiara Rizzo, la moglie dell'ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena. La donna è stata arrestata per procurata inosservanza di pena e intestazione fittizia di beni nel maggio scorso nell'ambito dell'operazione “Breakfast”, che ha visto l'arresto anche dell'ex ministro dell'Interno Claudio Scajola. La donna resta, almeno per il momento, agli arresti domiciliari. Il gup di Reggio Calabria, Adriana Trapani, ha rinviato, infatti, ogni decisione in merito all'istanza di rimessione in libertà presentata dai difensori della moglie dell'ex parlamentare Amedeo Matacena, Carlo Biondi e Bonaventura Candido, riservandosi un approfondimento documentale.

Durata sei ore la prima udienza
La prima udienza del processo con rito abbreviato che vede imputati, oltre a Chiara Rizzo, Martino Politi, per lungo tempo segretario particolare dell'ex esponente politico, e Roberta Sacco, già segretaria particolare dell'ex ministro Claudio Scajola, per il reato di procurata inosservanza della pena in favore di Amedeo Matacena, si è conclusa dopo oltre sei ore. Il gup Trapani, dopo quasi due ore di camera di consiglio, ha deciso di rigettare tutte le eccezioni preliminari sollevate dai difensori in apertura di udienza. La prossima udienza del processo a Carico di Chiara Rizzo è stata fissata per l'11 dicembre per consentire alla pubblica accusa e ai difensori degli imputati di depositare altri atti.

Istanza di ricusazione del gup da Politi, già segretario particolare di Matacena
Intanto il gup di Reggio Calabria, Adriana Trapani, ha deciso di non astenersi nel processo con rito abbreviato, malgrado l'istanza di ricusazione presentata nei suoi confronti e sulla quale dovrà pronunciarsi la Corte d'appello. La ricusazione del gup era stata depositata dall'avvocato Corrado Politi nell'interesse di Martino Politi, già segretario particolare di Matacena. Il legale, nell'istanza di ricusazione, aveva evidenziato che Politi era stato precedentemente giudicato dalla dottoressa Trapani nel processo scaturito dall'operazione 'Mozart'', a conclusione del quale furono condannate furono condannate otto persone, tra le quali Martino Politi (tre anni e mezzo), l'ex presidente del Tar di Reggio Calabria, Luigi Passanisi, e lo stesso Amedeo Matacena (quattro anni). In quel processo, il pm Francesco Tedesco aveva sostenuto che l'ex presidente Passanisi, nell'autunno del 2005, avrebbe accettato la promessa di ricevere 200mila euro per favorire Amedeo Matacena in alcuni ricorsi presentati contro i provvedimenti emessi dall'Ufficio Marittimo che aveva respinto le richieste avanzate dalla società Amadeus Spa, di proprietà dell'ex parlamentare in relazione ai servizi forniti da compagnie private per l'attraversamento dello Stretto di Messina.

Ieri revocati i domiciliari a Scajola: obbligo di dimora a Imperia
Ieri il tribunale di Reggio Calabria ha revocato i domiciliari per Claudio Scajola imputato nel processo per i presunti aiuti alla latitanza dell'armatore Amedeo Matacena. A Scajola è stato imposto l'obbligo di dimora nel Comune di Imperia. La revoca dei domiciliari era stata chiesta difensori Giorgio Perroni e Patrizia Morello. Sulla richiesta difensiva di revoca dei domiciliari aveva espresso parere negativo il pubblico ministero della Dda di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo. Il dibattimento nei confronti di Scajola proseguirà il 14 novembre quando saranno sentiti i primi due testi del pubblico ministero, l'ex capo centro della Dia di Reggio Calabria, Gianfranco Ardizzone, e il dirigente di polizia già in servizio alla Dia reggina, Leonardo Papaleo.

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