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Questo articolo è stato pubblicato il 14 novembre 2014 alle ore 10:29.
L'ultima modifica è del 14 novembre 2014 alle ore 21:45.

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Vladimir PutinVladimir Putin

Sanzioni illegali contro la Russia
PUTIN: I Paesi del G-20 che hanno introdotto sanzioni nei confronti della Russia vanno contro gli stessi principi del G-20, ma anche del diritto internazionale perché le sanzioni possono essere introdotte solo attraverso le Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza. Inoltre vanno contro i principi della Wto e dell'Accordo generale sulle tariffe e il commercio , il Gatt. Organizzazione creata dagli stessi Stati Uniti, che ora ne infrangono brutalmente i principi. Questo è negativo e naturalmente ci danneggia, perché in sostanza fa saltare l'intero sistema dei rapporti economici internazionali. Io mi auguro che alla fine questo venga capito.
TASS: Pensa di sollevare la questione al summit o resterà sullo sfondo, magari lei dirà qualcosa se qualcuno ne parla…
PUTIN: Se viene fuori il discorso, certamente ne parlerò, ma non intendo sollevare io la discussione, mi sembra inutile. Tutti capiscono cosa fanno quelli che hanno introdotto le sanzioni. Perché dovrei richiamare l'attenzione su questo, cosa dovrei chiedere? E' inutile. Queste decisioni vengono prese a livello nazionale, di blocchi, nascono dal modo in cui i nostri partner percepiscono i propri interessi geopolitici. Io penso che sia un errore, anche dal punto di vista degli interessi geopolitici. Purtroppo, il mondo di oggi ha un orizzonte molto limitato nella pianificazione della politica e della sicurezza. Tutti vivono da un'elezione all'altra. E' un orizzonte piccolo, e non dà la possibilità di guardare in prospettiva un futuro più lontano. Questo è un male. Ma conto sul fatto che ne parleremo.

G-7 e Brics, gli squilibri nel mondo
PUTIN: Si discute del perfezionamento dei meccanismi finanziari internazionali e delle relazioni commerciali. Sapete che il Doha Round di negoziati commerciali nell'ambito della Wto (l'Organizzazione mondiale del commercio, ndr) di fatto si trova in un vicolo cieco. Perché? A causa delle divergenze negli approcci e negli interessi tra economie emergenti ed economie sviluppate. Mentre da una parte nasce uno squilibrio sul fronte del capitale, dall'altra parte spuntano squilibri sul fronte dei flussi commerciali. Nelle economie sviluppate c'è una grande quantità di capitale libero, e il problema è distribuirlo in modo efficace e affidabile in regioni ed economie che garantiscano stabilità, che difendano la proprietà e generino un profitto, che portino entrate alle economie sviluppate. Per questo esportano capitale, mentre i Paesi emergenti formano i flussi commerciali. I primi devono essere sicuri che i loro capitali vengano distribuiti in modo affidabile, mentre gli altri – ricettori di questi capitali – devono essere sicuri che le regole del gioco non vengano cambiate come piace a quelli che esportano capitali, anche per ragioni politiche.

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