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Questo articolo è stato pubblicato il 15 novembre 2014 alle ore 08:14.

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BRUXELLES. Dal nostro inviato
L'Italia sta rafforzando il proprio dispositivo contro l'Isis in Iraq. Lo annuncia al Sole 24ore l'ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, Capo di Stato maggiore della Difesa reduce dalla riunione del Comitato militare dell'Unione europea tenutosi giovedì a Bruxelles e aperto dall'intervento dell'Alto rappresentante per la politica estera e di difesa europea, Federica Mogherini. Nelle prossime ore quattro Tornado partiranno infatti dall'Italia alla volta delle basi del Kuwait per andare ad aggiungersi ai due velivoli senza piloti "predator" e a un aereo da rifornimento italiani che già operano al servizio della coalizione dei Paesi occidentali e a quelli del Golfo a guida Usa che si contrappongono all'azione dell'Isis.
Mentre la Commissione d'inchiesta dell'Onu sulla Siria rilevava ieri che «l'Isis ha perpetrato crimini di guerra e crimini contro l'umanità» e che «i comandanti dell'Isis sono individualmente e penalmente responsabili per questi reati» dal G-20 il premier inglese David Cameron ha annunciato un rafforzamento delle misure antiterrorismo per affrontare la minaccia dell'Isis con la confisca dei passaporti delle persone sospette e l'impossibilità di rientro nel Regno Unito per i combattenti jihadisti.
Un dossier, quello dell'Isis è stato affrontato inevitabilmente anche a margine del Comitato militare dell'Ue dai capi di Stato maggiore dei 28 Paesi europei. «Né la Ue in quanto tale e neppure la Nato - spiega l'ammiraglio Binelli Mantelli - sono presenti in Iraq ma gran parte dei Paesi europei partecipano alla coalizione tesa a sradicare quella che oggi rappresenta una delle principali minacce alla sicurezza globale, non solo dell'Occidente». È di ieri la notizia che le forze irachene hanno ripreso il controllo di Baiji, città strategica nel nord dell'Iraq dopo oltre due settimane di combattimenti con le milizie jihadiste dello Stato Islamico mentre la città siriana a maggioranza curda al confine con la Turchia di Kobane resta sotto assedio da due mesi e mezzo da parte dell'Isis.
Nella divisione dei compiti stabilita nel recente vertice Nato di Newport, all'Italia sono stati assegnati compiti di vigilanza e ricognizione con velivoli senza piloti. «Si tratta di compiti molto delicati in questa fase - rileva il capo di Stato maggiore della Difesa - perché l'esercito dell'Isis ha imparato sempre di più a nascondere uomini e mezzi in ospedali, scuole e moschee ed è quindi decisivo intervenire con tempi e modalità ben precise per evitare danni ai civili».
Binelli Mantelli è peraltro reduce da un incontro, pochi giorni fa ad Erbil, in Kurdistan, con il capo di Stato maggiore della Difesa irachena. «Dopo le decisioni assunte dall'Unione europea e dall'Italia nell'estate scorsa a favore dei peshmerga curdi - ha aggiunto Binelli Mantelli - abbiamo voluto ascoltare direttamente dalle autorità militari irachene le loro effettive necessità: chiedono soprattutto armi anticarro e un aiuto per la bonifica di quei villaggi abbandonati dall'Isis dopo essere stati minati. Ma il nostro aiuto all'esercito iracheno e ai peshmerga consisterà, oltre che nell'invio di mezzi, nell'addestramento delle forze e nella cooperazione con i comandi per la gestione a livello tattico delle azioni contro l'Isis».
Sicuramente una priorità europea e Nato riguarda la sorveglianza del Mediterraneo non solo per gli effetti sull'immigrazione clandestina ma per le possibili infiltrazioni terroristiche e il monitoraggio sanitario. «Anche dopo la fine dell'operazione Mare Nostrum - tiene a precisare l'ammiraglio - l'Italia manterrà un ruolo di leadership nella sorveglianza di tipo militare e sanitaria che è fuori dagli obiettivi della nuova missione europea Triton che si concentra solo sul pattugliamento delle frontiere». Rispetto alle cinque unità precedentemente impiegate con Mare Nostrum la Marina italiana ora dislocherà tre unità nel Mediterraneo del Sud più un pattugliatore per le operazioni di Frontex. Binelli Mantelli smentisce con i dati coloro che anche in Italia (Lega e Fratelli d'Italia) hanno criticato più volte il fattore di attrazione di clandestini (cosiddetto "pull factor") dalle sponde Sud del Mediterraneo attraverso l'operazione Mare Nostrum. «Ci sono fattori stagionali e meteo determinanti nell'arrivo di migranti - osserva Binelli Mantelli - depurati da questi fattori con Mare Nostrum si può dire che c'è stata perfino una flessione di arrivi rispetto al passato».
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