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Questo articolo è stato pubblicato il 15 novembre 2014 alle ore 19:36.
L'ultima modifica è del 15 novembre 2014 alle ore 20:28.

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Il presidente ha poi offerto un'agenda dettagliata del ruolo americano nella regione, che prevede anche una “presenza piu' forte della nostra flotta e la difesa degli impegni con i nostri alleati...questo non perche' vogliamo espanderci territorialmente - ha detto ancora Obama - ma perche' vogliamo difendere i presupposti di pace e stabilita' che costituiscono le fondamenta della crescita economica del benessere, del rispetto dei diritti e delle liberta' di tutti”.

Obama ha dato un contesto di continuità alla sua azione, con un respiro che andrà' oltre la sua amministrazione e che ha radici molto lontane:” Come Presidente ho deciso che gli Stati Uniti avrebbero giocato un ruolo forte nella regione - ha detto ancora - giorno dopo giorno, rafforzeremo la nostra in questa regione, lavoreremo con il Giappone per la difesa comune, con la Corea del Sud per contrastare la corsa nucleare della Corea del Nord, con le Filippine nella guerra contro il terrorismo e con l'Australia rafforzeremo un rapporto che ci ha visto combattere fianco a fianco in molte occasioni”.

Infine l’inquilino della Casa Bianca ha discusso apertamente della Cina, “ continueremo a collaborare come abbiamo nel nostro incontro di Pechino di qualche giorno fa, ma senza mai dimenticare che i valori per la liberta' e per i diritti sono comuni a tutti nel mondo intero”. Obama ha raccolto i maggiori applausi in sala quando ha parlato dell'ambiente e quando ha annunciato di aver stanziato 3 miliardi di dollari per i paesi piu' poveri, e quando si e' impegnato a non trascurare mai i diritti dei gay.

Sul piano economico il presidente degli Stati Uniti ha detto che l'America lavorerà con le economie emergenti, con il Vietnam con l'Indonesia una nazione che rappresenta un grande esempio di pluralita' e diversita', con la Malesia, appoggiamo un ruolo per l'India nella regione, la piu' grande democrazia del mondo. Lavoreremo con le istituzioni regionali per combattere il traffico umano, il terrorismo, la sicurezza marittima. Un discorso a tutto campo dunque per cercare di restituire un'ancora di stabilita' a un contesto internazionale che appare orfano di quell'ordine internazionale che si era formato dopo la caduta del muro di Berlino.

G-20 contro ebola
I leader del G20 si dicono profondamente preoccupati “per l'epidemia di Ebola” e si impegnano a fare tutto il necessario per “sradicarla” e intervenire sulle sue conseguenze economiche e umanitarie “nel breve termine”. E' quanto si legge in un comunicato rilasciata al termine del primo giorno di vertice.

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