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Questo articolo è stato pubblicato il 16 novembre 2014 alle ore 20:49.
Il presidente della Bce Mario Draghi che interviene al Parlamento europeo per l’audizione trimestrale davanti alla Commissione per gli Affari economici e monetari, con gli operatori al varco per nuovi segnali sugli interventi a sostegno dell'economia. Una raffica di dati macroeconomici, lunedì, anche al di fuori dell'Europa, dal Pil del Giappone alla produzione industriale degli Stati Uniti, passando per i dati della bilancia commerciale italiana e dell’Eurozona. Martedì, poi, toccherà all’indice Zew tedesco. Giovedì agli indici Pmi dell’area euro, agli ordini industriali in Italia e alle nuove richieste di sussidi di disoccupazione Usa. Scommesse aperte, infine, sull’andamento della prossima asta Tltro dell’Eurotower, in programma l’11 dicembre.
È una settimana di risposte importanti quella che si apre sui mercati finanziari mondiali, con Piazza Affari che non riesce a uscire dall'impasse nonostante la fiducia sui titoli di Stato italiani cresca, anche se rimane inferiore a quella sulla Spagna. Le aspettative restano incerte. Tra gli operatori rimasti in zona Piazza Affari per preparare il riavvio di mercati si indica infatti ancora un solo vincitore: gli Stati Uniti. Con la disoccupazione ai minimi e il prezzo del petrolio basso grazie al nuovo shale gas che tra l'altro sta mettendo all’angolo l'avversario russo, Wall street corre.
Nell'ultima seduta della settimana l'indice S&P 500 ha ritoccato di qualche frazione il suo massimo storico (2039,82 punti contro il precedente 2039,68 toccato in chiusura martedì). E la corsa sembra non finire, con progressione impressionante: dai minimi del 2009 l'indice ha triplicato il suo valore, da metà 2010 l'ha raddoppiato e anche rispetto ai livelli pre-crisi è cresciuto di oltre il 60%.
Va meno bene in Europa e soprattutto a Milano: dalla correzione di metà ottobre l'indice Stoxx 600, che fotografa l'andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, ha recuperato il 6%, Piazza Affari il 4%. Anche da inizio anno la Borsa italiana fatica: è rimasta praticamente invariata, mentre Madrid è salita di quasi il 5%.
È questo confronto con la Spagna a preoccupare gli operatori, anche perché lo spread dei Btp decennali verso i titoli tedeschi è al pur bassissimo livello di 155 punti, ma i Bonos spagnoli sono molto a di sotto, a quota 133. E gli analisti guardano soprattutto alle banche.
La cartina di tornasole è sulle operazioni mirate di rifinanziamento a lungo termine, cioè sulla prossima asta Bce di Targeted long term refinancing operations (Tltro). Sempre che nelle prossime ore Draghi non faccia capire che la Bce è davvero pronta, come lui vorrebbe, a usare misure più incisive e “non convenzionali” per il rilancio dell'economia. Fino al famoso quantitative easing, per ora frenato da opposizioni interne al board di Francoforte e soprattutto dalla Germania.
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