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Questo articolo è stato pubblicato il 17 novembre 2014 alle ore 18:28.

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Primi consuntivi territoriali sul trend dei reati nel 2013. Quasi 2,9 milioni sono i delitti denunciati nel 2013, in crescita del 2,6% rispetto al 2012, anche se la variazione e la pressione (misurabile come volume in rapporto alla popolazione residente) risultano assai diversificate per tipo di reato e da provincia a provincia. È il primo scatto che emerge dall’elaborazione dei dati forniti al Sole 24 Ore dal ministero dell’Interno. Da dove fanno notare come sia aumentato anche (e in misura superiore rispetto ai reati) il numero delle persone denunciate/arrestate: da 935mila del 2012 a circa 980mila dello scorso anno (+4,6%), indice, questo del successo dell’azione di contrasto.

Tipologie

Positivamente può essere interpretato anche l’aumento delle denunce relative ad alcune tipologie criminose. Ad esempio le estorsioni (+6%) o le truffe e le frodi informatiche (+20%): è vero che si tratta di reati in parte alimentati, nel primo caso dall’attuale clima congiunturale recessivo e, nel secondo, dalla maggiore diffusione delle tecnologie digitali e informatiche. Ma - sottolineano dal ministero - il fatto che ora più frequentemente siano denunciati, può essere considerato sintomo di una maggiore consapevolezza del fatto criminoso da parte delle vittime nonché di una fiducia nella pubblica tutela.

Un altro dato che potrebbe allarmare è quello relativo ai delitti volontari consumati: nonostante i fatti che sempre più spesso affollano le cronache quotidiane -in particolare quelli che vedono protagoniste le donne - il numero da anni è fermo intorno a quota 500-530. L’incremento del 64% segnalato per il 2013 che ha portato il totale a 868 omicidi è dovuto al fatto che nel computo sono incluse le 366 vittime del naufragio di migranti a Lampedusa (Agrigento) nell’ottobre del 2013.

Quanto al trend delle altre categorie di reati, le rapine come numero (44mila) si mantengono in linea con l’incremento medio (+2,6%), mentre crescono di oltre il 10% gli “autori” arrestati/denunciati.

Per due tipologie (fra quelle fornite dal ministero) si ha un andamento stazionario (gli scippi, circa 20mila, dopo il forte incremento del 2012) o in calo (i furti d’auto, 123mila), mentre sono aumentati del 12% circa i borseggi (166mila) e del 6% i furti nelle case (a quota 251mila, anche questi in crescita frenata dopo il 16% in più del 2012).

Sul territorio

Più mossa è la foto scattata a livello territoriale. Milano e Rimini (oltre 8mila delitti ogni 100mila abitanti, contro una media 4.756) sono le province che subiscono la più alta pressione. Ma mentre Milano, dopo Roma (5° posto alle spalle di altre due grandi, Bologna e Torino), ha il record per volume totale (oltre 260mila denunce), Rimini si limita a 27mila e deve l’”indesiderato” secondo posto alla sua vocazione turistica che è sì fonte di reddito, ma anche di occasioni criminose (“ripartite” nella graduatoria su una popolazione di appena 335mila persone). Le province dove invece i reati denunciati in rapporto ai residenti sono al livello più basso sono tutte al Sud: Benevento, Matera, Oristano, Enna (sotto quota 2.500). Quanto alle variazioni, incrementi forti a Trieste (+19%), Asti, Piacenza (+16%) e Lecco (+13%).

Analizzando le singole tipologie di reato, nelle rapine si mette in evidenza (270 casi ogni 100mila residenti, quasi il quadruplo della media nazionale, 72) Napoli, che ha anche il record per volume: con 8.415 casi surclassa Milano e Roma, entrambe in area negativa come molti grandi centri. Meno presi di mira gli abitanti dei piccoli centri, come Belluno, Potenza, Sondrio, Aosta (sotto quota 10).

Quanto alla sicurezza nelle abitazioni, spicca il dato di Asti: quasi mille furti in casa ogni centomila abitanti (oltre il doppio della media nazionale, 414, e ben lontano dai circa 700 delle altre due sul podio “non cercato”, Pavia e Torino) e un aumento del 44%. Analoga forte crescita a Lodi e Sondrio. Sonni tranquilli invece per le famiglie di Crotone, Potenza, Napoli e Campobasso (sotto 130 casi).

Nei borseggi “primeggia” ancora (sempre per gli stessi motivi) Rimini, seguita dalle province più grandi e con un buon tenore di vita (Bologna, Milano, Torino, Venezia, Roma): sfiora quota mille, contro una media di 273 e Oristano che non raggiunge l’indice dieci.

Infine le truffe e le frodi informatiche: i triestini sono i più colpiti (indice 422, contro una media di 230), seguiti dagli abitanti di Savona e di Napoli (che ha anche il record per volume), mentre nelle nuove province di Monza Brianza, Fermo e Bat, sembrano essere meno propensi a cadere in trappola. L’incremento è però a due cifre su quasi tutto il territorio.

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