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Questo articolo è stato pubblicato il 18 novembre 2014 alle ore 20:33.

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Yannos Papantoniou (Reuters)Yannos Papantoniou (Reuters)

La crisi greca ha portato sul banco degli imputati per evasione fiscale dei politici di primo piano di quella che possiamo chiamare la Prima Repubblica greca, personalità tra cui l'ex ministro greco della Difesa greco, Yannos Papantoniou, e la moglie Roula Kourakou, che oggi sono stati condannati a quattro anni di carcere per evasione fiscale. La coppia è stata ritenuta colpevole di rilevanti omissioni nella dichiarazione dei redditi del 2009. Secondo fonti legali ben informate dei fatti, l'ex ministro e la moglie avrebbero omesso di dichiarare un totale di 2,3 milioni di euro.

Il socialista Papantoniou, al governo fra il 2001 e il 2003, è finito nel mirino della autorità dopo che il nome della moglie è comparso nella cosidetta “lista Lagarde” (in Italia viene chiamata lista Falciani, dal nome dell’ex dipendente della banca svizzera che l’aveva consegnata ai giudici francesi). La lista Lagarde è una lista di contribuenti greci che avevano conti segreti in Svizzera ed è stata consegnata alle autorità greche dall’allora ministro delle Finanze francesi, Christine Lagarde, (oggi direttore generale del Fondo monetario internazionale), da cui il nome dato all’elenco dai media greci di “lista Lagarde”. La coppia dovrà rispondere in tribunale anche di questa vicenda: si parla di 1,3 milioni di euro. Infine sull'ex ministro e la moglie è stata aperta un'altra inchiesta per un'evasione fiscale di 3 milioni di euro fra il 2000 e il 2010. Insomma su pressione della troika e di un’opinione pubblica sempre più ostile a chi fa il furbo con le tasse il vento sta cambiando in Grecia rispetto a pratiche a lungo tollerate.

L’evasione fiscale, la corruzione e numerosi privilegi concessi a corporazioni, sono state tra le cause maggiori del tracollo del paese mediterraneo nel 2009 quando il governo Papandreou, appena entrato nel pieno dei suoi poteri, trovò un deficit che invece del 3,5% era al 12,5 per cento del Pil. Un buco nei conti che portò all’esplosione dei rendimenti sui titoli pubblici fino alla richiesta di salvataggio.

Intanto prosegue lo stallo tra il governo greco di coalizione e la troika (Fmi, Ue e Bce) sull'attuazione del cosidetto Memorandum, ovvero gli accordi firmati tra Atene e i
rappresentanti dei creditori internazionali all'inizio della crisi in cambio di 240 miliardi di euro di aiuti, mentre si sta esaurendo il tempo a disposizione per raggiungere un accordo prima della riunione dell'eurogruppo a Bruxelles prevista per l'otto dicembre, durante la quale si dovrà decidere sulla linea di sostegno precauzionale alla Grecia così da farla uscire dal memorandum per la parte europea che scade a fine anno (l’Fmi continuerà a prestare soldi fino al 2016) ma con un “ombrello protettivo” che garantisca Atene sui mercati.
Secondo i media, la Commissione Juncker ha inviato al governo Samaras un vero e proprio ultimatum invitandolo a definire entro breve tutte le questioni ancora in sospeso per rendere possibile il ritorno dei rappresentanti della troika ad Atene in tempo utile.

Analisti nella capitale greca fanno notare che i rappresentanti dei creditori internazionali “tirano troppo la corda” e rischiano di far saltare in aria tutto quanto è stato
fatto sinora in un contesto che vede la possibilità di elezioni anticipate a marzo. La troika insiste su tre fronti considerati fondamentali per riprendere la trattative. Si tratta di un deficit da 2,5 miliardi di euro nel bilancio del 2015-2016, dei mutui e dei prestiti in sofferenza e delle modifiche da apportare al sistema delle imposte in particolare della riscossione. Inoltre i rappresentanti dei creditori chiedono la firma di un accordo per le riforme riguardanti il sistema previdenziale e i licenziamenti nel settore pubblico e privato che il governo deve impegnarsi ad attuare alla fine del Memorandum. Tutti temi molto caldi.

In questo clima di tensione, i leader dei due partiti che formano il governo di coalizione - il premier Antonis Samaras di Nea Dimokratia (centro-destra) e il vice premier Evanghelos
Venizelos del Pasok (socialista) - sono tornati ad incontrarsi oggi per fare il punto della situazione, mentre il ministrodelle Finanze Gikas Hardouvelis è stato ricevuto dal presidente della Repubblica Karolos Papoulias per informarlo sugli ultimi sviluppi sul fronte dell'economia. Papoulias è in scadenza a febbraio.

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