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Questo articolo è stato pubblicato il 18 novembre 2014 alle ore 10:29.
L'ultima modifica è del 18 novembre 2014 alle ore 17:09.

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Riti e rituali di affiliazione sempre e comunque. Richiami alla fratellanza massonica, di cui le comunioni ufficiali farebbero volentieri a meno, spesso e volentieri. Così come spesso e volentieri nei rituali ci sono richiami al Vangelo di cui, anche in questo caso, la Chiesa farebbe a meno. Usando le parole di Nicola Gratteri, procuratore aggiunto di Reggio Calabria, si può affermare che non esiste “locale di ‘ndrangheta (vale a dire una cellula strutturata con almeno 50 affiliati) che non abbia un proprio codice di affiliazione.

Anche in questa operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia contro la pervasività delle cosche in Lombardia riemerge l'importanza dell'affiliazione tra gli appartenenti alle cosche. I Carabinieri hanno filmato parte del rito ma non è la prima volta. Come ricordano Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, nel libro non a caso chiamato “Fratelli di sangue”, la polizia federale canadese, a London, nel 1985 riuscì per la prima volta a catturare le immagini della stanza nella quale entrò il “mastro di cerimonia”.

L'eccezionale documento si deve al coraggio di una Giubba rossa di origine italiana, Giovanni Persichetti, che dopo essersi guadagnato la fiducia dei fratelli Zangari, venne invitato ad entrare in un locale di ‘ndrangheta La formula di affiliazione, riferibile alla fine dell'Ottocento, recitava: «Mangerò con i miei compagni e dividerò con essi giusto ed ingiusto, carne, pelle, ossa e sangue fino all'ultima goccia. Se fallirò ogni macchia d'onore sarà a carico mio e a discarico della società».

Codici e rituali di affiliazioni furono poi trovati nel 1989 nel covo dell'allora superlatitante Giuseppe Chilà. Un documento diviso in tre parti che richiamava la mitologia dei cavalieri spagnoli e nella seconda parte il Vangelo. Ma è la terza parte la più importante, quella in cui subentrano Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi e Giuseppe La Marmora, che ritorviamo anche nel rito filmato ora dai Carabinieri.

Il richiamo ai tre prevede che il “santista” rinneghi «la società di sgarro e qualsiasi altra organizzazione». E' un passaggio epocale nella storia della ‘ndrangheta, come ricorda Gratteri.
Altri codici verranno poi sequestrati nel 1990 a Rosarno, Lamezia e Vallefiorita.
Nell'operazione Crimine/Infinito, scivolata il 13 luglio 2010 sull'asse Milano-Reggio Calabria, sempre i Ros dei Carabinieri filmarono il capocrimine Domenico Oppedisano (custode delle ancestrali regole di ‘ndrangheta e personaggio di elevata caratura criminale per il suo bagaglio di conoscenze, saggezza, equilibrio e collegamenti nazionali e internazionali) mentre, nel trasmettere un foglio di carta con un rituale di affiliazione, si raccomandava di non farlo cadere nelle mani dei Carabinieri.

Il 30 giugno 2011 in un'operazione antindrangheta della Dda di Torino fu trovata a Genova una formula che così recitava: «Saggi compagni, siete pronti a formare la sacra stella polare a nome del venerando redentore, padrone del cielo, terra e mare. I cavalieri giurano sul suo onore di raccogliere i fiori da ogni locale, li metteranno in un vaso come fiori e insieme formeranno la sacra stella polare. Saggio compagno giurate sulla sacra stella polare che non affiancherete traditori? (dite lo giuro).

Saggi compagni siete conformi a fidelizzare questo vostro compagno? Sì, passo la mia prima e sola votazione a questo compagno. Se fino a ora lo riconoscevo per compagno di crociata, da ora in poi lo riconosco per fratello della sacra stella polare. Saggi compagni, accettate dai vostri fratelli un bacio e una stretta di mano». Il rituale dell'affiliazione si completa con un elenco di simboli. Fedelizzazione: una croce sul braccio destro. Segno di riconoscimento: portare la mano sinistra sulla croce del braccio destro.
Altre formule vennero scovate il 10 gennaio 2014 e il 22 agosto di quest'anno tra Roma, Sulmona e Milano

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