L’Abenomics è stata davvero un flop? Parola ad accusa e difesa. E un primo verdetto

Haruhiko Kuroda (Epa)

L’accusa: credibilità in pericolo
Sotto il governatore scelto da Abe, Haruhiko Kuroda, la Banca del Giappone ha imboccato una strada pericolosa di allentamento quantitativo e qualitativo di dimensioni senza precedenti interni e internazionali. L'Abenomics ha troppa fiducia nell'efficacia di queste politiche di eccesso ultra-espansivo. Quando arriverà il momento dell'exit strategy, i tassi saliranno e saranno guai per l'economia e per la sostenibilità del debito pubblico, senza contare il pericolo che si arrivi a una perdita di credibilità internazionale e quindi a una vera e propria crisi finanziaria. La credibilità della Boj ne ha già sofferto: mentre la sua autonomia dal governo sembra intaccata, ha già dovuto fare marcia indietro sul conseguimento dell'inflazione al 2% entro due anni. Contrariamente a quanto è diventato comune presso le banche centrali almeno dall'era Greenspan, la BoJ non solo non prepara il mercato alle sue decisioni, ma vuole spiazzarlo per una presunta “massimizzazione” dell'effetto delle sue decisioni: gioco pericoloso, perché gli operatori non potranno più credere a quel che dice letteralmente il governatore.

La difesa: governo e banca centrale uniti
Governo e banca centrale sono autonomi l'uno dall'altro ma è assurdo che debbano agire in direzioni diverse. Una volta condiviso l'obiettivo di porre fine alla deflazione e sostenere la crescita economica, è logico che marcino insieme. La nuova politica della BoJ ha posto fine alla deflazione ed è sulla buona strada per radicare le aspettative di inflazione che faranno da trampolino di lancio per una crescita sostenibile. L'alternativa dei piccoli passi espansivi compiuti di evidente malavoglia (come faceva il precedente governatore della banca centrale) non appare certo migliore.