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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2014 alle ore 16:54.
L'ultima modifica è del 19 novembre 2014 alle ore 18:17.

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«Ho appena presentato emendamento del Governo per portare IVA Ebook al 4%. Una battaglia giusta. #unlibroèunlibro». Lo scrive in un tweet il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, rilanciando una battaglia iniziata già nei mesi scorsi, per equiparare l'Iva degli e-book a quella dei libri cartacei.

A fine luglio, il decreto cultura del Governo aveva lasciato inalterata l'Iva sugli e-book al 22%, malgrado negli scorsi mesi il ministro Franceschini avesse fatto intendere che l'obiettivo del governo fosse quella di abbassarla.

Italiani e francesi, nuovo fronte con l’Europa
Una battaglia, quella sugli e-book, sempre più attuale in ambito europeo. Italiani e francesi si sono schierati contro lo stop all'Iva agevolata, mentre l'Unione europea si avvia a bocciare l'Iva agevolata per gli ebook al 4%. Bruxelles tende infatti a considerare gli e-book come prodotti elettronici - anziché come libri a tutti gli effetti - mentre per gli editori italiani si tratta di una visione incomprensibile e anacronistica.

Ad oggi, in Europa è possibile un doppio binario per l'aliquota Iva sui libri: ridotta solo per quelli stampati su carta, normale per quelli pubblicati su supporti fisici diversi dal cartaceo. È quanto ha stabilito la Corte di giustizia europea nella sentenza relativa alla causa C-219/13, depositata lo scorso settembre.

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