Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2014 alle ore 06:39.
L'ultima modifica è del 19 novembre 2014 alle ore 06:57.

My24


ROMA
Sulla questione delle multe non pagate sono state commesse delle «disattenzioni da parte degli uffici competenti nel seguire correttamente tutta la procedura». Tuttavia le somme sono ora state saldate. Intervenendo in Aula Giulio Cesare, il sindaco di Roma Ignazio Marino ha chiuso così la polemica che ha spinto la giunta capitolina sull'orlo delle dimissioni. Dimissioni che il primo cittadino ha escluso («ho sorriso» alla ipotesi, ha detto). Non sono mancate tuttavia le «scuse a romane e romani» per un'altra vicenda che negli ultimi giorni lo ha coinvolto: la sua auto fotografata in divieto di sosta.
Chiusa questa vicenda (già in mattinata, dopo il vertice tra gruppo Pd e Marino, si parlava di «clima positivo»), la palla ora passa al rimpasto, visto che sempre ieri, il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini ha chiesto al primo cittadino novità tangibili e un maggior raccordo con la maggioranza che lo sostiene, alla luce dei sondaggi in calo e degli ultimi episodi di tensione che hanno coinvolto le periferie.
«Ho pagato quello che non dovevo pagare», ha detto Marino (che è stato contestato all'ingresso in aula da alcune persone che hanno invocato «dimissioni, dimissioni»), in riferimento alle contravvenzioni prese tra giugno e agosto quando la sua Panda rossa non era coperta dal permesso per il sindaco nella zona a traffico limitato. Marino aveva anche denunciato ai carabinieri l'episodio, parlando di falsificazione dei suoi dati, e la procura aveva aperto un fascicolo (che dopo le dichiarazioni di ieri sulle «disattenzioni» si dice vada verso l'archiviazione). Marino – ha specificato lo stesso primo cittadino – ha pagato «con semplici bollettini per un totale di 1.021,52 euro». Tuttavia, ha spiegato, «le multe scaturite dai passaggi ai varchi nella fase di ritardo del rinnovo del contrassegno sono state annullate, e nulla sono tenuto a pagare».
Adesso si aprono i giochi per il rimpasto di giunta, che dovrebbe avvenire in tempi rapidi. Rispetto al mutamento radicale chiesto dal Pd nei giorni scorso, ieri si parlava di cambiamenti soft. La carica di vicesindaco, prenotata per un uomo forte del Pd, dovrebbe restare a Luigi Nieri (Sel) dopo le minacce dei vendoliani di uscire dalla maggioranza. Dopo le polemiche sulle periferie, è dato per certo l'addio di Rita Cutini (Politiche sociali) , ma potrebbero lasciare anche altre figure "tecniche" o comunque vicine al sindaco: Alessandra Cattoi (Scuola), Estella Marino (Ambiente), Luca Pancalli (Sport). Con l'ottica di favorire un maggior raccordo con la maggioranza (cioè il Pd), potrebbero entrare in giunta il renziano Fabrizio Panecaldo (attuale consigliere coordinatore della maggioranza), il presidente dell'aula Mirko Coratti (l'area ex popolare si è avvicinata a Renzi a livello nazionale) o Michela Di Biase, presidente della commissione Cultura e moglie del ministro Dario Franceschini. Ma il cambio della giunta dovrebbe concretizzarsi, più che nei nomi, in una rotazione delle deleghe che coinvolgerà almeno il 50% degli assessori.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi