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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2014 alle ore 11:24.
L'ultima modifica è del 19 novembre 2014 alle ore 20:28.

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(Ansa)(Ansa)

La Cgil e la Uil proclameranno insieme a dicembre lo sciopero generale. Lo ha riferito il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, dopo aver incontrato i segretari generali di Cgil e Cisl, Susanna Camusso e Annamaria Furlan. «Con la Uil abbiamo convenuto di fare lo sciopero generale il 12 dicembre», ha confermato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, a margine del XVI congresso della Uil. Parlando con i giornalisti Camusso ha sottolineato «l'importante convergenza» trovata con la Uil sulla legge di Stabilità e sul Jobs act.

«La Cisl - ha riferito Barbagallo - ci ha comunicato che non aderirà». «Sulle modalità di come fare lo sciopero generale - ha proseguito - dovremo approfondire, comunque non il 5 dicembre». «La Cgil ha aderito alla nostra richiesta e la data verrà spostata. Quanto al pubblico impiego «noi speriamo ancora che si possa fare una mobilitazione unitaria», ha aggiunto.

«Noi non ci siamo sfilati, non abbiamo mai valutato di dichiarare lo sciopero generale», ha spiegato il leader della Cisl, Annamaria Furlan. La confederazione sindacale ha invece indetto uno sciopero nazionale di tutte le categorie del pubblico impiego (dalla scuola alla sanità) per il primo dicembre. Dopo questa data, il comitato esecutivo del sindacato ha deciso di proseguire la mobilitazione mettendo in campo tre manifestazioni in tre città il 2, 3 e 4 dicembre, rispettivamente a Firenze, Napoli e Milano. Al centro le richieste di politica economica e sociale.

Scontro a distanza Poletti-Barbagallo
«Rispetto alle motivazioni portate sui temi della legge di stabilità e del Jobs act, ritengo che non ci siano le motivazioni per una decisione così importante, come lo sciopero generale», ha commentato la decisione delle due confederazioni sindacali il ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Il ministro del Lavoro, il cui intervento era previsto questo pomeriggio al congresso Uil, ha poi fatto sapere di rinunciare ad intervenire alla luce del «mutato contesto», cioè la decisione della Uil di proclamare con la Cgil lo sciopero generale. Il messaggio è stato letto dal palco del congresso e dalla platea sono partiti fischi.

«Ho l'impressione che in questo Governo non ci sia nessun ministro che abbia libertà di parlare», ha poi attaccato il segretario generale in pectore della Uil, Barbagallo. «Così si nega un confronto, anche se duro». La stoccata di Barbagallo ha quindi innescato la reazione dello stesso ministro Poletti: «Questa mattina ero presente al congresso della Uil perché invitato e per rispetto verso una importante organizzazione dei lavoratori. Mi aspetterei analogo rispetto e garbo dai suoi massimi dirigenti».

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