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Questo articolo è stato pubblicato il 22 novembre 2014 alle ore 08:13.

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NEW YORK
L'opposizione repubblicana insorge contro la riforma dell'immigrazione di Barack Obama, e già studia rappresaglie: mentre lo speaker della Camera John Boehner ha affermato che non «resterà a guardare», accusando Obama di abuso di potere, si ipotizzano ricorsi legali e tagli dei fondi all'amministrazione. Nel frattempo, ieri l'opposizione ha denunciato in tribunale la riforma sanitaria del presidente.
Per difendere i suoi provvedimenti, il presidente gioca la carta dell'economia. La Casa Bianca - con Obama volato ieri a Las Vegas, capitale dell'emigrazione latinoamericana - è passata all'offensiva non solo a colpi di imperativi morali e sociali, le ingiustizie ai danni di chi non ha documenti, ma di dati sull'impatto della "sanatoria" sulla crescita: ha promesso aumenti del Pil e della forza lavoro, dei salari e della produttività e riduzioni del deficit.
Nell'arco di dieci anni i cinque milioni di illegali che Obama vuole regolarizzare dovrebbero portare in dote al Pil tra lo 0,4% e lo 0,9%, aggiungendo tra i 90 e i 210 miliardi al totale dell'output statunitense del 2024. Nello stesso periodo la forza lavoro aumenterà di 150mila persone. E la produttività si rafforzerà grazie all'affiorare di questo lavoro finora sommerso, con la possibilità per chi prima era senza documenti e ricattabile di cercare occupazioni migliori sulla base delle proprie qualifiche, stimolando l'innovazione. Spesso gli illegali evitano settori strategici quali il manifatturiero nel timore che stretti controlli comportino la loro espulsione.
Questo stesso fenomeno di mobilità occupazionale e sociale genererà aumenti salariali per tutti gli americani, tallone d'Achille di una ripresa che crea occupati ma dove i redditi ristagnano. L'amministrazione prevede che gli stipendi lieviteranno dello 0,3% grazie ai provvedimenti, pari a 170 miliardi. Uno studio sulle ripercussioni salariali dell'amnistia nel 1986, quando il presidente repubblicano Ronald Reagan regolarizzò 1,7 milioni di persone e aiutò un milione di stagionali agricoli, ha inoltre stimato che gli "irregolari" nei cinque anni successivi hanno conosciuto incrementi dei compensi del 5%-16% superiori a quanto avrebbero guadagnato in sua assenza. Solo il 4% degli addetti all'agricoltura sono rimasti nel settore, mentre il 25% è passata a impieghi più remunerati ad esempio nelle costruzioni. Due terzi degli occupati in servizi e attività professionali hanno a loro volta cambiato. Simili spostamenti sono probabili adesso: gli 8,2 milioni di lavoratori oggi illegali, stando al Migration Policy Institute, oltre all'agricoltura sono per il 18% nell'ospitalità, il 16% nelle costruzioni, il 12% nel manifatturiero e il 9% nel retail.
Alcuni economisti conservatori paventano che una maggior concorrenza danneggi categorie vulnerabili di lavoratori statunitensi: George Borjas di Harvard stima che un incremento del 10% in gruppi di lavoratori qualificati abbassi del 2%-4% gli stipendi di afroamericani e ispanici naturalizzati. La maggior parte degli analisti ritiene tuttavia che simili pronostici siano infondati davanti a una regolarizzazione che riguarda il 2-3% della forza lavoro. E la Casa Bianca sottolinea che tutti i lavoratori avranno nuove opportunità in un'economia più robusta.
Riflessi positivi sono attesi anche sui conti pubblici. L'espansione associata alla sanatoria promette una riduzione del deficit federale di 25 miliardi nel 2024. Due terzi degli illegali, senza contare le aziende che li impiegano, oggi non pagano tasse.
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5 milioni
Le persone coinvolte
La riforma amplierà una forza lavoro che oggi è di 155 milioni

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