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Questo articolo è stato pubblicato il 22 novembre 2014 alle ore 11:45.
L'ultima modifica è del 22 novembre 2014 alle ore 20:10.

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Jose Socrates (Afp)Jose Socrates (Afp)

Il Portogallo non ha pace: dopo l’esplosione della crisi bancaria del Banco Espirito Santo e la scoperta della frode per i visti d’oro agli investitori facoltosi che ha portato alle dimissioni del ministro deli Interni arriva la mazzata dell’arresto addirittura di un ex premier, il socialista José Socrates.

Socrates , 57 anni, premier del Portogallo dal 2005 al 2011, è stato arrestato nel pomeriggio di venerdì al suo arrivo all'aeroporto di Lisbona proveniente da Parigi con l’accusa di frode fiscale, riciclaggio di denaro e corruzione. Lo riferiscono con ovvio risalto i media portoghesi, che aggiungono che l'ex primo ministro sarà portato davanti ai magistrati oggi.

Sono in corso perquisizioni in diversi luoghi da parte di più di 60 inquirenti della magistratura, della polizia e delle dogane, precisa un comunicato della procura. L'inchiesta riguarda operazioni bancarie e trasferimenti di denaro di origine sconosciuta.
Il pubblico ministero ha precisato che non c'è alcun legame con l'operazione Monte Branco, che nel luglio scorso aveva portato all'arresto dell'ex manager della banca Espirito Santo, Ricardo Salgado, una della più antiche dinastie di banchieri del paese lusitano.

Socrates è stato il premier che ha negoziato il piano di aiuti da 78 miliardi di euro per salvare il Portogallo dalla bancarotta ma dopo aver accettato il piano di salvataggio aveva perso le elezioni. Attualmente i socialisti erano in testa nei sondaggi in vista delle elezioni politiche previste il prossimo ottobre.

L'arresto di Socrates arriva dopo una settimana dallo scoppio di un’altro scandalo di corruzione sulla concessione di visti facili agli investitori stranieri, che ha portato all'arresto di diversi alti rappresentanti delle istituzioni. Lo scandalo ha portato domenica scorsa alle dimissioni del ministro dell'Interno del governo di centrodestra, Miguel Macedo.

La concessione dei visti agli investitori stranieri è una prassi introddotta recentemente da molti paesi medieterranei con le casse pubbliche a caccia di nuove entrate tra cui Malta e Cipro.

I giornali portoghesi si chiedono se ci sia un collegamento tra corruzione endemica e crisi economica di un paese senza dare risposte univoche: di certo c’è che un forte grado di corruzione nella vita di una nazione costa cara ai contribuenti in termini di maggiori imposte e di prezzi più alti per la sua distorsione della concorrenza e dei mercati.

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