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Questo articolo è stato pubblicato il 26 novembre 2014 alle ore 19:29.
L'ultima modifica è del 26 novembre 2014 alle ore 21:31.

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Jean Claude Trichet (Afp)Jean Claude Trichet (Afp)

Nell’agosto del 2011 la Bce inviò la famosa lettera al governo italiano, allora presieduto da Silvio Berlusconi, «perché gli investitori stranieri non avevano più fiducia nel Paese». Lo ha ricordato l'ex governatore della Banca centrale europea, Jean Claude Trichet, intervenendo a Firenze ad una iniziativa promossa dall'Osservatorio permanente giovani-editori, davanti a giovani studenti che partecipano al progetto «Il quotidiano in classe».

Trichet ha ricordato che una analoga lettera fu inviata anche al governo spagnolo, chiedendo di prendere urgenti misure e approvare riforme proprio perché «non c'era più fiducia» nei confronti dei due Paesi. «Senza qui-pro-quo, senza trattative, senza discussioni - ha aggiunto Trichet - abbiamo inviato con una lettera le nostre valutazioni della situazione italiana e il consiglio direttivo della Bce decise di intervenire sui mercati. Questo ormai è storia». «Ne parlo in maniera candida perché le lettere sono state rese note dai governi dei due Paesi per motivi diversi», ha aggiunto Trichet, smentendo così qualunque retroscena sulla lettera dell'agosto 2011.

Sì al Quantitative easing
Il predecessore di Mario Draghi alla guida della banca centrale è poi intervenuto sul tema del possibile acquisto di titoli di Stato da parte della Bce per aumentare la liquidità nel sistema e combattere il rischio deflazione. «Per quanto ne so io - ha detto - la Banca centrale ha tutte le caratteristiche e le possibilità che una banca centrale indipendente, con una missione di stabilità, deve avere». «Quando ero presidente della banca - ha detto Trichet - abbiamo acquistato titoli di stato greci e irlandesi nel 2010 e italiani e spagnoli nell'agosto 2011, nel rispetto dello statuto, nell'interpretazione adeguata dello statuto, perché la politica monetaria non era stata trattata in maniera adeguata in alcuni paesi dell'area euro. Quindi non vedo impedimenti a fare tutto il possibile per mantenere la stabilità generale dei prezzi. Io mi sono confrontato con i picchi di inflazione. Oggi - ha concluso Trichet - il problema è essere sicuri di non avere un'inflazione troppo bassa nell'area euro».

Ci vorrebbe un Jobs Act act anche in Francia
Trichet infine ha dato una prima valutazione della riforma del lavoro appena approvata dalla Camera. Il Jobs Act, ha detto, «migliorerà la flessibilità del lavoro e la capacità di adattarsi a un mondo che cambia molto rapidamente». Precisando di non aver letto nel dettaglio la legge, Trichet ha detto di «invocare questo tipo di legge anche per il mio Paese», la Francia. «Bisogna pensare - ha aggiunto - a chi non ha lavoro o chi ha perso il lavoro rispetto a chi ha già un lavoro, il demonio è la disoccupazione di massa e questo è quello che dobbiamo fare per evitarla. Mi sembra - ha concluso - che quello che è stato fatto fino ad oggi dal governo italiano, da Matteo Renzi, vada nella giusta direzione»

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