Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 27 novembre 2014 alle ore 16:15.
L'ultima modifica è del 27 novembre 2014 alle ore 19:31.

My24
Massimo Artini e Paola PinnaMassimo Artini e Paola Pinna

Sì all’espulsione dal Movimento 5 Stelle dei deputati Massimo Artini e Paola Pinna. La consultazione avviata sul blog del leader Beppe Grillo non ha salvato i due esponenti, accusati di «violazione del codice di comportamento sulla restituzione di parte dello stipendio». «Hanno partecipato alla votazione di oggi 27.818 iscritti certificati», si legge sul blog del comico genovese. Ha votato sì il 69,8% (19.436 voti), ha votato no il 30,2%, pari a 8.382 voti. E intanto si profilano nuovi addii all’interno del Movimento: sarebbero già cinque infatti i deputati che stanno pensando di lasciare per la messa alla porta di Pinna, ma soprattutto di Artini.

Pizzarotti: spero che qualcuno riprenda lucidità
Saputo dell’avvio della procedura di espulsione, stamane i diretti interessati si sono difesi su Facebook, parlando di informazioni false e di violazione delle regole del M5S «perché l’espulsione non passa dall’assemblea, si danno informazioni false e c’è solo una versione». Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti ha twittato: «Spero che qualcuno riprenda lucidità e si fermi in tempo. Non ho sacrificato parte della mia vita per vedere accadere tutto questo».

Attivisti divisi, altri deputati pronti a lasciare
I militanti sono stati chiamati a esprimersi sulle accuse di cattiva o mancata rendicontazione delle spese rivolte ai due deputati. Stando ai commenti postati sul blog, gli attivisti pentastellati sembravano divisi. In molti hanno preso le difese dei due e hanno attaccato Grillo per l’ennesimo cartellino rosso. Ma ci sono anche molti militanti che non hanno avuto dubbi sul da farsi: fuori Pinna e Artini, le regole si rispettano.

Gli exM5S: «Questa sarebbe la tanto sbandierata democrazia?»
Sulle barricate per l’ennesimo scontro interno al Movimento e il sondaggio messo in piedi da Grillo sono anche i senatori ex M5s, ora nel gruppo Misto. «Siamo alle solite», hanno scritto Alessandra Bencini, Monica Casaletto, Maurizio Romani, Fabrizio Bocchino, Laura Bignami, Francesco Campanella e Luis Alberto Orellana, «questa sarebbe la tanto sbandierata democrazia? A quanto pare gli errori compiuti in passato non hanno insegnato niente ai vertici». I senatori del Misto difendono in particolare il deputato toscano Artini, finito sul banco degli imputati: «È chiaro che nel M5s vige una sola norma e cioè quella di “non disturbare il manovratore”. L’unica colpa di Artini, infatti, è stata quella di mettere in evidenza le falle del sistema di rendicontazione e, quindi, i rischi di aggredibilità esterna del portale».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi