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Questo articolo è stato pubblicato il 28 novembre 2014 alle ore 20:00.
L'ultima modifica è del 28 novembre 2014 alle ore 22:52.

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Beppe Grillo decide di dare una struttura al M5s e propone 5 parlamentari fedelissimi con i quali condividere «le decisioni più ampie»: Di Battista, Di Maio, Fico, Ruocco e Sibilia.
«Quando abbiamo intrapreso l’appassionante percorso del MoVimento 5 Stelle - scrive sul suo blog Grillo - ho assunto il ruolo di garante per assicurare il rispetto dei valori fondanti di questa comunità. Oggi, se vogliamo che questo diventi un Pase migliore, dobbiamo ripartire con più energia ed entusiasmo. Il M5s ha bisogno di una struttura di rappresentanza più ampia di quella attuale. Questo è un dato di fatto. Io, il camper e il blog non bastiamo più».

Quindi prosegue: «Sono un po’ stanchino, come direbbe Forrest Gump. Quindi pur rimanendo nel ruolo di garante del M5s ho deciso di proporre cinque persone, tra le molte valide, che grazie alle loro diverse storie e competenze opereranno come riferimento più ampio del M5S in particolare sul territorio e in Parlamento. Oggi le propongo in questo ruolo per un voto agli iscritti, in ordine alfabetico: Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Roberto Fico, Carla Ruocco, Carlo Sibilia».

«Queste persone si incontreranno regolarmente con me per esaminare la situazione generale, condividere le decisioni più urgenti e costruire, con l’aiuto di tutti, il futuro del Movimento 5 Stelle», conclude il comico genovese, lanciando una nuova consultazione: «Sei d'accordo con questa decisione? Puoi esprimere la tua preferenza».

Via libera dalla consultazione online
Si conclude con la vittoria dei Sì la consultazione indetta dal blog di Beppe Grillo sui nomi indicati per il cosiddetto direttorio. Ha votato Sì il 91,7%, pari a 34.050 voti. Ha votato NO l'8,3%, pari a 3.077 voti. In totale hanno partecipato alla votazione di oggi 37.127 iscritti certificati.

Ma cresce il dissenso
Ma il fronte dei dissidenti sembra in aumento e l'assemblea congiunta di deputati e senatori in corso a Montecitorio accoglie con freddezza i cinque del direttorio. Del resto c'è chi come Daniele Pesco e Nino Alberti, deputati grillini, ha già annunciato, in rete, l'intenzione di dimettersi per protestare contro l'istituzione del direttorio. Per il deputato Tancredi Turco «scelto in questo modo non va bene»; si fa sentire anche lo stesso Massimo Artini che si definisce «molto deluso da Grillo». «Quella dei soldi era un pretesto per cacciarmi, ho sempre rendicontato tutto» si difende.

In dieci poi - tra cui anche Patrizia Terzoni e Alessio Villarosa - lanciano l'hashtag «Beppe questa volta non ci sto». L'assemblea congiunta dei parlamentari che si riunirà il 3 dicembre sarà chiamata a ratificare le espulsioni ma con il direttorio in sella i margini di autonomia sembrano destinati a ridursi.

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