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Questo articolo è stato pubblicato il 28 novembre 2014 alle ore 20:26.
L'ultima modifica è del 29 novembre 2014 alle ore 09:56.
Potrebbe essere di oltre 200 morti, fra cui molti bambini, il bilancio della triplice esplosione che ha devastato ieri la Moschea centrale di Kano, nel nord della Nigeria. Lo hanno riferito testimoni citati dal quotidiano nigeriano The Vanguard. Molte delle vittime sarebbero bambini rimasti schiacciati nella ressa provocata dal panico delle esplosioni. A quanto ricostruisce il quotidiano, due ordigni sono esplosi contemporaneamente all'interno del luogo di culto mentre un terzo scoppiava all'esterno, durante la preghiera del venerdì.
«Ho contato personalmente 70 corpi senza vita all'interno della moschea e più di 150 ne sono stati ritrovati all'esterno. L'aspetto più doloroso è che erano in gran parte bambini», ha riferito un testimone. Altri hanno raccontato di bambini schiacciati dalla gente in fuga. E' stato riferito anche di spari dopo le esplosioni, con alcune delle vittime uccise da pallottole vaganti. Dopo l'attentato vi sarebbero stati anche disordini in città e i commercianti hanno chiuso in tutta fretta i negozi. I feriti sono stati ricoverati nei tre principali ospedali della città, ma le cure sono state rese più difficili dallo sciopero di medici e infermieri per il mancato pagamento di alcune indennità.
L'attentato, non ancora rivendicato, viene attribuito agli estremisti islamici di Boko Haram. Nella Moschea centrale predica l'emiro di Kano, che è ostile al gruppo estremista responsabile di innumerevoli attentati. L'emiro si trova però attualmente in Arabia saudita. (S.Bio.)
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