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Questo articolo è stato pubblicato il 01 dicembre 2014 alle ore 13:21.
L'ultima modifica è del 01 dicembre 2014 alle ore 13:48.

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«Un ideale è un sogno che cammina. Facile attaccare una persona ma è impossibile fermare un popolo in cammino. Non fermeranno il nostro sogno». Con un post su Facebook, Beppe Grillo, tenta di mettere la parola fine alle polemiche che da giorni squassano il M5S per l'ultima raffica di espulsioni per scorretta rendicontazione delle diarie e la creazione di un direttorio a cinque destinato ad affiancare Grillo alla guida del Movimento. A rischio ben 15 deputati in ritardo nella pubblicazione della loro rendicontazione sul sito ufficiale M5S “Tirendiconto.it”.

Altri 15 “dissidenti” sulla black list dei rendiconti
Rimangono ancora nella `black list´ di quanti non vogliono pubblicare sul sito ufficiale le spese e i bonifici effettuati, preferendo pubblicarli sulle loro pagine personali di Facebook, gli onorevoli Sebastiano Barbanti, Marco Baldassarre, Eleonora Bechis, Silvia Benedetti, Paolo Bernini, Francesco Cariello, Federica Daga, Marta Grande, Mara Mucci, Girolamo Pisano, Aris Prodani, Walter Rizzetto, Gessica Rostellato, Samuele Segoni e Tancredi Turco.

Polemiche interne su procedure ed espulsioni
L'ultima assemblea del gruppo M5S alla Camera convocata ieri dal capogruppo Andrea Cecconi al termine del voto sulla legge di Stabilità ha visto un vivace dibattito tra i parlamentari grillini soprattutto sulle modalità di espulsione di Massimo Artini e Paola Pinna. Avvenute in seguito al voto della Rete sul blog senza un precedente voto dell'assemblea degli eletti a Montecitorio, e il cui passaggio al gruppo Misto è stato comunicato ai colleghi direttamente dalla voce della presidente Boldrini in base a un provvedimento di espulsione firmato personalmente da Cecconi (e non dal presidente Alessio Villarosa, come prevede lo statuto del gruppo), anche in questo caso saltando il passaggio dell'assemblea.

Capogruppo a rischio dopo accelerazione sui dissidenti e Artini e Pinna
Ieri Roberto Fico e Luigi Di Maio, entrambi “eletti” nel nuovo direttorio, hanno cercato inutilmente di placare gli animi. Cecconi, da parte sua, avrebbe negato imposizioni o direttive dall'alto, ma il fatto di aver di fatto “scavalcato” Villarosa potrebbe avere conseguenze impreviste: uu gruppo di deputati, non solo dissidenti, sta cercando di raccogliere le 20 firme necessarie per attivare una procedura di espulsione contro il capogruppo.

Salta l’agenda dell’assemblea congiunta eletti di Camera-Senato
A riprova delle acque agitate in casa grillina, oggi è arrivata poi la notizia, confermata dal capogruppo pentastellato a Palazzo Madama, Alberto Airola, dell’annullamento dell’agenda delle riunioni dei parlamentari M5S, che prevedeva per questo pomeriggio la «consueta» assemblea del gruppo a Palazzo Madama e soprattutto un’assemblea congiunta con Montecitorio per mercoledì prossimo.

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