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Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2014 alle ore 07:49.

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Per il quarto di secolo c’è una regina bilingue. Il medagliere della Qualità della vita incorona senza discussioni Bolzano. La provincia altoatesina non solo è l'unica a essersi affermata quattro volte, su 25, ma vanta anche il primato delle piazze d’onore conquistate (cinque) e quello, in un certo senso più importante di tutti per valutare la costanza di risultati ad alto livello, del maggior numero di “medaglie”: considerando anche i tre terzi posti, si arriva a quota 12. Come dire che praticamente una volta su due Bolzano è salita sul podio (dal quale, peraltro, è assente proprio nell'edizione 2014, che la vede comunque nella top ten).

Un’area che ha sempre saputo farsi valere - aggiudicandosi una prima, una seconda e una terza posizione già nel corso degli anni 90 - ma che ha dato una ulteriore accelerata di recente, chiudendo al primo posto nel 2010 e nel 2012, e al secondo nel 2011 e nel 2013. Insomma, se in occasione del ventennale il bilancio migliore apparteneva a Parma (con due vittorie, alla pari con altri territori, e quattro “argenti”), che ora è stata superata anche da Bologna, vincitrice nel 2011, ultimamente la bussola della Qualità della vita sembra quasi sempre rivolta alle frontiere settentrionali dell'Italia.

Tra le province più popolose, è Bologna a raccogliere i risultati più importanti, seguita da Firenze, sul gradino più alto nel 2003, e da Milano, che ha centrato due seconde piazze consecutive, nel 2003 e nel 2004. Bologna è anche la capofila della regione con il maggior numero di affermazioni, arrivate a otto con l'exploit di Ravenna quest'anno. Ma se si mettono i successi in rapporto al numero di province delle varie regioni, allora non c'è storia. Stravince il Trentino Alto Adige, che con due sole province è arrivato a primeggiare sei volte. Tre “ori” a testa hanno colto il Friuli Venezia Giulia e la Toscana, due la Lombardia (in entrambi i casi con Sondrio) così come la Valle d'Aosta, uno il Veneto (grazie a Belluno, unica rappresentante della sua regione a livello di medaglia, con un oro, tre argenti e ben quattro bronzi).

Quest’anno c’è un revival dell'Emilia Romagna, Ravenna prima (davanti a Trento) e Modena terza. Quasi come nel 1999, quando la parte occidentale dell’Emilia fece addirittura il filotto: Parma-Piacenza-Reggio. Da allora, in realtà, lo scettro è progressivamente passato alle aree dell'arco alpino, che in 15 anni hanno ottenuto l'ideale scudetto ben nove volte (tre con Bolzano, due con Trieste e con Trento, una con Sondrio e Aosta). A proiettare verso l'alto i territori del Nord “estremo” sono parametri non solo economici. Basti pensare alle pagelle verdi assegnate in base a Ecosistema urbano, l'indagine sulla sostenibilità ambientale dei comuni capoluogo, che premia costantemente le aree di montagna.

In 25 anni solo 18 province sono riuscite ad arrivare almeno una volta nelle prime tre. Anche in questo caso Emilia Romagna e Trentino Alto Adige si staccano dalle altre, con 19 piazzamenti ciascuna. L'eccezione che conferma la regola di podi tutti centro-settentrionali è fornita dalla molisana Isernia, che si piazzò terza nel 1998.
Tra gli spunti di interesse c'è anche la totale assenza di otto regioni sia dalle posizioni di testa che dalle posizioni di coda. Piemonte, Liguria, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Basilicata e Sardegna non hanno mai avuto una provincia tra le prime, ma neanche tra le ultime tre.

Eccoci, dunque, a una virtuale zona retrocessione. Dal 1999 a oggi solo 16 province - appartenenti a quattro regioni meridionali – hanno monopolizzato i terzetti di coda. Il fanalino tocca alla Sicilia, con 14 ultimi posti (tre per Palermo, Messina, Caltanissetta, Agrigento, la più indietro anche quest'anno; due per Catania). Seguono la Campania, che ha raccolto sei maglie nere (tre volte Napoli, due Caserta, compreso un “pari demerito” delle due a fondo classifica, più una Benevento), mentre Puglia e Calabria si sono fermate a tre ciascuna: da un lato Foggia, che ha fatto un bis, e Taranto; dall'altro, un insuccesso per Reggio, Vibo Valentia e Crotone.

Un quadro sconfortante, anche se rimane la possibilità di fare più di un distinguo. Per esempio, in Campania spicca l'assenza dai “bassifondi” di Avellino, e i due penultimi posti di Salerno risalgono ai lontani 1991 e 1993. In Sicilia si trovano alcune zone che evitano i piazzamenti più scadenti, dal Nord-Ovest di Trapani al Sud-Est di Siracusa e Ragusa, passando per Enna. Lo stesso discorso vale per le calabresi Cosenza e Catanzaro. E in Puglia la provincia più trendy dal punto di vista turistico, vale a dire Lecce, riesce a farla franca.
g.bagnasco@ilsole24ore.com

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