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Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2014 alle ore 12:14.

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Pierre MoscoviciPierre Moscovici

BRUXELLES - Il commissario agli affari monetari Pierre Moscovici si è difeso strenuamente oggi dinanzi al Parlamento europeo, criticato da più parti per avere concesso più tempo per risanare le finanze pubbliche ai Paesi in difficoltà nel rispettare gli impegni comunitari, tra cui Italia e Francia. La scelta della Commissione europea, annunciata venerdì scorso, non piace a molti popolari e liberali. Anche alcuni socialisti durante una accesa audizione hanno criticato le decisioni di Bruxelles.

In una audizione davanti alla Commissione affari economici dell'assemblea parlamentare, Moscovici ha ricordato che l'esecutivo comunitario ha scelto di valutare nuovamente i conti pubblici di Italia, Francia e Belgio nel marzo dell'anno prossimo, sulla base del bilancio 2014, della Finanziaria 2015 che sarà stata approvata entro allora dai rispettivi nazionali e dagli sforzi messi in campo dai governi per modernizzare le loro economie (si veda Il Sole 24 Ore di sabato 29 novembre).

Per tutta risposta, il popolare tedesco Markus Ferber ha rimproverato alla Commissione di essere «troppo morbida» nell'applicare le regole di bilancio contenute nel Patto di stabilità e di crescita. La liberale francese Sylvie Goulard ha chiesto al commissario quale sia stata «la base legale» del rinvio di una decisione, notando che la Francia è in procedura per deficit eccessivo dal 2009 e paragonando l'esecutivo comunitario all'Onu, un'organizzazione nella quale l'ultima parola spetta ai Paesi.

Bernd Lucke, il leader del movimento euroscettico tedesco Alternative für Deutschland, ha sostenuto che la situazione economica e la bassa inflazione non permettono una naturale svalutazione del debito. Quest'ultimo, quindi, ha registrato «un aumento reale». In questo contesto, secondo l'economista, «le regole non dovrebbero essere interpretate in modo più flessibile, ma semmai in modo più rigido» proprio per contrastare l'indebitamento pubblico.

La popolare olandese Esther De Lange ha messo l'accento sul fatto che «le regole sono le regole», e si è detta «molto preoccupata» dal fatto che i Paesi non sono trattati allo stesso modo, notando la flessibilità accordata a Francia e Italia, e non ad altri. Anche la socialista portoghese Elisa Ferreira si è lamentata con Moscovici, questa volta perché la Commissione non ha considerato eccezionale l'attuale situazione economica, tale da congelare nei fatti l'applicazione del Patto.

Il commissario francese ha risposto alle critiche spiegando che Bruxelles sarà pronta a introdurre sanzioni se i Paesi non avranno rispettato i loro impegni in marzo. «Non voglio distruggere il Patto, ma le sanzioni in sé non sono il riflesso della credibilità». Ha aggiunto che il tempo concesso ad alcuni Paesi «non deve essere tempo perso». Ha difeso la strategia del dialogo con i Paesi e ha voluto assicurare i parlamentari che la Commissione intende difendere il futuro delle regole europee.

Questa mattina, qui a Bruxelles, le prese di posizione di molti deputati europei hanno colto di sorpresa Moscovici. Le reazioni di molti Paesi membri dopo gli annunci di venerdì erano state tutto sommate positive. Evidentemente, il Parlamento ha ritenuto che con la sua scelta la Commissione abbia tradito le regole, rafforzando in ultima analisi il potere dei governi e indebolendo il metodo comunitario, proprio mentre l'assemblea tenta di accrescere il suo ruolo.

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