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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2014 alle ore 06:37.
L'ultima modifica è del 03 dicembre 2014 alle ore 06:48.

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La profonda finanziarizzazione del mondo delle commodity ha come effetto pratico quello che una discesa violenta del prezzo del petrolio può produrre ricadute molto concrete anche su un piccolo risparmatiore che con poche centinaia di euro ha deciso di acquistare un Etc legato al petrolio. Gli Etc, ovvero gli Exchange traded commodities, sono strumenti finanziari che replicano l'andamento delle materie prime sottostanti. Nella maggior parte dei casi utilizzano derivati per costruire le posizioni e, a differenza degli Etf, non hanno un patrimonio separato.
Alla Borsa di Milano sono quasi una trentina gli strumenti agganciati alle quotazioni del petrolio, sia Brent che Wti. Sono aumentati vistosamente negli ultimi tempi per l'esplosione dei prodotti a leva, quelli che replicano anche tre volte il sottostante. I guadagni, ma anche le perdite, si amplificano. Strumenti altamente speculativi, adatti a investitori molto consapevoli.
Gli Etc possono investire sia al rialzo (long) che al ribasso (short). Le scommesse short sul petrolio hanno prodotto performance del tutto eccezionali sulla scia del crollo del prezzo del greggio. Alcuni Etc a leva sono riusciti a guadagnare oltre il 50% in un mese. Un risultato straordinario che sicuramente può attirare l'attenzione di qualche investitore poco esperto, abbagliato dai facili guadagni.
Ma gli Etc sono strumenti complessi. Il mercato delle commodity si basa sui future e per il piccolo risparmiatore sarebbe quasi impossibile accedere direttamente a questo settore. Ecco allora che gli Etc risolvono il problema, ma la performance dello strumento non può mai essere perfettamente allineata alle quotazioni del sottostante anche per un importante fenomeno che si verifica: il contango. Questo accade quando i prezzi dei future sulle commodity con scadenze più lontante sono superiori alla scadenza più ravvicinata.
L'Etc ne subisce le conseguenze e non replicherà mai precisamente il prezzo, in questo caso, del petrolio. Sugli Etf a leva poi scatta un altro effetto che impedisce una piena corrispondenza tra prezzo dello strumento e sottostante: si chiama effetto compounding, vale a dire il fatto che la leva viene resettata e ricalcolata ogni giorno creando quindi degli sfasamenti su tempi più lunghi. Ecco allora che gli esperti invitano a utilizzare questi strumenti in un'ottica di breve termine.
«Occorre considerare queste peculiarità – spiega Marcello Rubiu, partner della società di consulenza Norisk – in ottica di trading, per la massiccia presenza di prodotti a leva e poi perché non bisogna dimenticare che nel caso del petrolio mantenere la posizione nel lungo periodo significa perdere ogni qual volta c'è il rolling (cambio di contratto) del future.
La presenza del contango non può essere dimenticata. Per chi vuol "giocarsi" il rimbalzo comunque vanno bene». Poi c'è l'effetto valuta da non minimizzare: in questo caso le commodity sono espresse in dollari e può valere la pena considerare gli Etc che hanno copertura dal rischio cambio, anche se oggi può apparire strano coprirsi dal dollaro.
Per chi invece intende scommettere sulla ripresa del settore petrolifero in un'ottica di medio e lungo termine, cominciando ad accumulare posizioni, la strada consigliata dagli esperti è quella di puntare sugli Etf dei titoli settoriali, vale a dire le azioni del comparto energetico. Si tratta di titoli altamente correlati all'andamento del petrolio, ma che hanno una storia societaria propria e possono quindi mostrarsi meno volatiliti rispetto alla semplice commodity. Sulle principali borse mondiali esistono indici settoriali energetici e gli Etf, quotati anche a Milano, li replicano.
«Gli Etf che investono nel settore energy – conclude Rubiu – si sono comportati meglio rispetto al tracollo del greggio perché rispondono anche ad altre dinamiche. A Milano sono disponibili Etf sullo Stoxx Oil and Gas e sull'indice mondiale energetico, oltre che sull'indice settoriale dell'S&P500. Sono circa un decina. Investire sull'azionario consente anche di avvantaggiarsi di un aspetto. Quando ci sono tracolli di prezzo del petrolio parte anche un consolidamento del settore, con possibili offerte di acquisto».
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