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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2014 alle ore 16:09.
L'ultima modifica è del 03 dicembre 2014 alle ore 17:30.

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Il canone Rai è il più basso d'Europa, ma quasi un italiano su tre non lo paga. E' quanto emerge da uno studio sui principali operatori televisivi realizzato da Mediobanca R&S.

Il tasso di evasione in Italia ha il primato in assoluto, pari al 27%, mentre è del 5% nel Regno Unito e praticamente assente in Francia e Germania (1%). Riducendo l'evasione del 20%, ossia portandola al 7% circa, in linea con quella della Bbc per intenderci, si incasserebbero 346 milioni, azzerando di fatto la perdita 2012 della Rai relativa al solo servizio pubblico (introiti da abbonamento e costi di servizio pubblico).

Nel dettaglio, il canone Rai nel 2013 è stato pari a 113,5 euro, contro i 131 euro della Francia, i 174,5 euro del Regno Unito e i quasi 216 euro della Germania. In Italia, tuttavia, il basso canone è parzialmente compensato dalla pubblicità che invece manca nella Bbc ed è limitata per quantità e fasce orarie in Francia e Germania. Il canone Rai copre il 65,6% dei ricavi contro il 73,6% della Bbc, l'82,5% di France Televisions e l'84,7% della tedesca Ard.

Nel 2013 il totale del fatturato del gruppo Rai è stato di 2,647 miliardi circa, così composto: 1,73 miliardi dal canone, 682 milioni dalla pubblicità e 228 milioni dalla voce “altri”. Dal 2009 al 2013 la pubblicità ha registrato una flessione del 31% (da 989 a 682 milioni), mentre gli introiti dal canone sono aumentati del 6,6% (da 1,63 a 1,73 miliardi), con un'incidenza di quest'ultima voce sui ricavi totali passata dal 52,5% al 65,6 per cento.

La Rai, in quanto concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo nazionale, dal 2005 deve indicare in una contabilità separata i ricavi derivanti dal gettito del canone e gli oneri sostenuti per la fornitura del servizio pubblico. Nel 2012 e' emerso un deficit netto, relativo al solo servizio pubblico, di 346 milioni. Questo deficit, tra l'altro, e' presente fin dal 2005 e il cumulato 2005-2012 ammonta a 2,345 miliardi. Sulla base di questi conti, Rai sostiene di aver «maturato il diritto a vedersi riconosciuto un incremento del canone unitario di abbonamento che consenta di ridurre, fino all'azzeramento, tale sbilancio a carico del servizio pubblico predeterminato». Piu' semplicemente, sostiene R&S Mediobanca, riducendo l'evasione fino a un livello del 7% (avvicinandola quindi alla quota espressa dai maggiori Paesi europei), si potrebbero recuperare proprio circa 346 milioni in piu' di ricavi (pari al 20% degli incassi da canone del 2012), azzerando il deficit.

Conti alla mano, si deduce inoltre che la proposta, per ora accantonata di dimezzare il costo del canone a 65 euro ma facendolo pagare a una platea più vasta, non riuscirebbe comunque a colmare questo deficit.

La Rai esce bene nel confronto sulla trasparenza dei conti, risultando ai primi posti in Europa. Se infatti la Bbc mette a disposizione in tempi brevi un bilancio dettagliato che include i compensi di tutti i dirigenti, France televisions fornisce solo pochi dati e la Rtve spagnola non pubblica nulla. In Germania sono disponibili solo i conti della Ard, che riunisce in un consorzio le televisioni pubbliche dei diversi Laender tedeschi; la Zdf, tv nazionale dal 1961, rende noto unicamente il fatturato.

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