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Questo articolo è stato pubblicato il 04 dicembre 2014 alle ore 10:11.
L'ultima modifica è del 04 dicembre 2014 alle ore 13:57.
MOSCA- Interventi sui cambi, senza limiti di volume e senza necessità di preavviso: le dinamiche del rublo, a picco nelle ultime settimane, creano rischi per la stabilità finanziaria della Russia, e il regolatore, la Banca centrale, interverrà pesantemente, oltre a continuare a monitorare la situazione sul mercato valutario. Lo ha annunciato l'istituzione finanziaria in un comunicato. E immediatamente la divisa russa si è ripresa contro il dollaro, scambiato a 52,24 rubli questa mattina, 95 copechi (centesimi) guadagnati rispetto alla chiusura precedente, e oltre 200 copechi sotto il tasso ufficiale di oggi. Recupero anche sull'euro che ha iniziato la giornata a 64,19 rubli.
Secondo la Banca di Russia, «il tasso di cambio corrente ha significativamente deviato dai valori fondamentalmente sani, cioè dai livelli che sono determinati dall'influenza dei fattori macroeconomici». Bisognerà ora «osservare le dinamiche del rublo, compresa la sua volatilità eccessiva, un prerequisito per l'emergere di rischi per la stabilità finanziaria, per la svalutazione stabile e l'inflazione», ha detto in un comunicato il regolatore.
I mercati, intanto, stanno a guardare.
La debolezza del rublo sta infiammando l’inflazione, con l’indice dei prezzi al consumo in aumento dell’8,3% annuo in ottobre. Secondo la Banca centrale, l’inflazione arriverà alla doppia cifra nel primo trimestre del 2015, un livello pesante da sostenere per la popolazione, già alle prese con un’economia in stagnazione. Nel secondo e terzo trimestre dell’anno il Pil russo è cresciuto rispettivamente dello 0,7 e 0,8% su base annua.
Situazione critica anche per l’economia. Il Governo ha infatti tagliato drasticamente le stime sul Pil 2015 portandole da una crescita dell'1,2% a un calo dello 0,8%, con la recessione già nel primo trimestre dell'anno. Sarebbe la prima volta dal 2009 che il Pil cade in territorio negativo.
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