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Questo articolo è stato pubblicato il 04 dicembre 2014 alle ore 11:39.

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Il senatore Antonio Azzollini (Ncd) - AnsaIl senatore Antonio Azzollini (Ncd) - Ansa

No dell'Aula del Senato alla richiesta di autorizzazione all'uso delle intercettazioni del senatore Antonio Azzollini (Ncd), presidente della commissione Bilancio, trasmessa a palazzo Madama dalla procura di Trani nell'ambito dell'inchiesta sul porto di Molfetta. Il voto, 160 sì e 36 no, arriva poche ore prima dell’avvio al Senato della sessione di bilancio.

L’inchiesta
Il senatore Antonio Azzollini è indagato dalla procura di Trani per la presunta maxifrode da 150 milioni di euro legata alla costruzione del nuovo porto di Molfetta (Bari), città in cui Azzollini è stato per molti anni sindaco. Per la pubblica il parlamentare sarebbe il promotore di un'associazione per delinquere costituita per commettere delitti contro il patrimonio, la fede pubblica e la pubblica amministrazione. Azzollini nell'ottobre 2013 ricevette un avviso di garanzia per associazione per delinquere, abuso d'ufficio, reati ambientali, truffa e falso. Disse subito che avrebbe chiarito tutto ai magistrati ma, il mese successivo, convocato in procura per l'interrogatorio, si avvalse della facoltà di non rispondere. Secondo la procura di Trani, il Comune di Molfetta, guidato da Azzollini, sapeva dal 2005 che sui fondali del nuovo porto c'erano decine di migliaia di ordigni bellici inesplosi. Nonostante questo fece finta di nulla: nel 2007 appaltò i lavori per la costruzione della diga foranea e del nuovo porto commerciale, opere finora non realizzate e forse irrealizzabili. Un intervento dal costo iniziale di 72 milioni che col tempo è lievitato a 147 milioni perché era necessario bonificare l'area da proiettili, bombe e fusti contenenti cianuro, iprite, acido clorosolfonico, fosforo e fosgene.

Area sottoposta a sequestro nel 2013
Gran parte dei finanziamenti pubblici, col passare del tempo, sono stati distratti dal Comune che li ha utilizzati - secondo i pm - per fare un'operazione di maquillage del bilancio cittadino per dimostrare il rispetto del patto di stabilità ed evitare un ipotetico rischio di default. L'area interessata dai lavori (del valore di 42 milioni) è stata sottoposta a sequestro il 7 ottobre 2013, così come i restanti 33 milioni di euro stanziati per la realizzazione dell'infrastruttura e ancora disponibili.

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