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Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2014 alle ore 10:38.
L'ultima modifica è del 06 dicembre 2014 alle ore 11:13.
TOKYO - I robot umanoidi sono pronti a entrare di prepotenza nel settore consumer, sia come venditori sia come oggetti del desiderio di acquisto. Due esempi chiari in questa direzione sono due: il robot Pepper – già da mesi “venditore” di telefonini e articoli di elettronica in 74 negozi Softbank – è stato scelto dal colosso svizzero del largo consumo Nestlé come “venditore” di due macchinette per il caffè (Dolce Gusto e Barista), mentre il robot Nao sta diventando la strenna natalizia del 2014: il regalo di fine anno più ambito, anche se il suo prezzo resta alto.
Sono entrambi il frutto di molti anni di ricerca e investimenti, che ne hanno sviluppato la capacità di interagire con gli “umani” attraverso applicazione avanzate delle tecnologie di riconoscimento di voce ed emozioni. Entrambi fanno capo a Softbank, il colosso giapponese delle comunicazioni che - oltre a grandi ambizioni nei settori telecom, Internet ed energie alternative – ha deciso di cercare di portare la tecnologia robotica fuori da laboratori e fabbriche per farla diventare un elemento di socialità. Aldebaran Robotics è la società francese del gruppo Softbank che li realizza.
PEPPER - «Noi crediamo che offrire alle persone l'opportunità di interagire con un robot durante lo shopping possa aiutare a generare esperienze positive di meraviglia e di gioia per i consumatori”, ha detto il vulcanico patron di Softbank, Masayoshi Son, durante la “realizzazione del sogno di creare una esperienza avanzata di consumo con Pepper». Pepper – alto 120 cm, con un faccino in cima a un “corpo” di plastica bianco e una sorta di tablet sul petto - viene definito come il primo robot in grado di leggere e reagire ad emozioni umane. Di certo comincia a fare concorrenza a George Clooney come testimonial del caffè. Dagli iniziali 20 punti vendita (per lo più in centri commerciali e ampi negozi), il gruppo svizzero Nestlé intende utilizzare Pepper su scala nazionale, in circa mille outlet entro la fine dell'anno prossimo. In realtà, Pepper non vende direttamente ma più che altro intrattiene il potenziale consumatore e gli offre spiegazioni di vario tipo in modo interattivo. Son intende vendere Pepper ai consumatori a partire dalla prossima primavera, cominciando da Giappone e Stati Uniti (dove ha acquistato Sprint, la cui rete territoriale sarà utilizzata a questo scopo). Prezzo al pubblico: 198mila yen, circa 1.400 euro.
NAO - Peccato che costi oltre ottomila euro. Ma anche a questo prezzo, secondo le prime indicazioni, Nao (alto 58 centimetri) sta generando una forte attenzione nella regalistica di lusso di fine anno. A differenza di Pepper, Nao (nato nel 2006 e poi perfezionato) è già in vendita ma finora non c'è stato un vero e proprio marketing verso il pubblico. Può parlare anche in italiano ed è già presente anche in alcune scuole e laboratori della Penisola. Dal Giappone sembra accelerarsi il salto di qualità come “prodotto per il pubblico”: un robot da compagnia utilizzabile a fini didattici e di intrattenimento, quasi come un “nuovo membro della famiglia”. In concorrenza anche con gli animali domestici.
LA SVOLTA - L'industria giapponese vanta uno spirito pionieristico nel settore nascente dei robot “consumer”, ma i risultati sono stati finora inferiori alle attese. Ad esempio, la Sony fu la prima società a introdurre, nel 1999, un cagnolino-robot, Aibo, ma le vendite furono relativamente modeste e dopo 150mila pezzi, nel 2006, smise di realizzarlo. Altri robot sono diventati famosi, come Paro (utilizzato in molte case per anziani per tenere compagnia agli ospiti) o Asimo della Honda. Lo sviluppo dell'intelligenza artificiale sta ampliando le capacità dei robot di interagire e conversare con le persone: sembrano ormai pronti a diventare “mainstream”.
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