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Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2014 alle ore 10:02.
L'ultima modifica è del 06 dicembre 2014 alle ore 13:26.

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Luke Somers (Ap/LaPresse)Luke Somers (Ap/LaPresse)

Lo statunitense Luke Somers e il sudafricano Pierre Korkie sono stati uccisi da Aqap, al Qaeda nella penisola arabica. Lo ha confermato il segretario alla Difesa Usa Chuck Hagel, durante la sua visita a Kabul, spiegando che il raid è stato effettuato perché la vita del reporter statunitense sembrava in «imminente pericolo». Entrambi i prigionieri erano nell emani dei terroristi da oltre un anno.

Hagel ha anche sottolineato la «devastazione emozionale e psicologica della moglie di Korkie, Yolande, anche lei sequestrata insieme al marito a maggio 2013 ma poi rilasciata, dal momento che le erano state date garanzie che suo marito sarebbe stato rilasciato a breve».

La Ong Gift of the Givers, che cercava di negoziare la liberazione degli ostaggi ha annunciato che Pierre Korkie, insegnante sudafricano tenuto ostaggio nello Yemen dal 2013, è deceduto durante «un tentativo delle forze speciali americane di liberare gli ostaggi nello Yemen, scattato alle prime ore del mattino».

Il presidente Barack Obama ha duramente condannato l'omicidio del giornalista americano Luke Somers, assassinato in Yemen nel corso di un fallito blitz per liberarlo dai suoi carcerieri, membri di al Qaida. «Gli Stati Uniti condannano con forza il barbaro omicidio di Luke Somers per mano dei terroristi di al Qaida, nel corso di un'operazione per il suo salvataggio», ha detto Obama in una nota, «Rivolgo le mie più sincere condoglianze alla famiglia di Luke e ai suoi cari». «All'inizio della settimana un video dei terroristi annunciava che Luke Somers sarebbe stato ucciso nel giro di 72 ore e altre indicazioni davano la sua vita in imminente pericolo». «Basandomi su queste informazioni ho autorizzato un'operazione di salvataggio» si legge nel comunicato stampa di Obama diffuso oggi in cui il presidente Usa condanna fortemente l'uccisione del prigioniero americano come «barbaro assassinio». «Ho anche autorizzato il salvataggio di altri ostaggi che erano tenuti prigionieri insieme a Luke» prosegue la nota della Casa Bianca in cui il presidente sottolinea più volte che sarà sua responsabilità «fare il possibile per proteggere i cittadini americani».

L'operazione, nel corso della quale sarebbero stati uccisi almeno 10 miliziani, è stata tentata da unità paracadutate nell'area. Testimoni riferiscono di scontri a Nusab, roccaforte di Al Qaeda nella penisola arabica.

“Diversi attacchi condotti da droni hanno preso di mira le posizioni di al-Qaida, nel Noussab, uccidendo nove membri della rete”, ha dichiarato una fonte dei servizi di sicurezza. “Durante le incursioni, c'erano paracadutisti la cui nazionalità non è stata stabilita” e “sono seguiti scontri armati”, ha riferito un leader tribale.

In un video pubblicato su internet giovedì, al Qaida nella penisola arabica (Aqpa) - che ha sede nello Yemen - aveva minacciato di uccidere Luke Somers «entro tre giorni se Washington non si piegherà alle richieste del gruppo». Non ha dettagliato queste rivendicazioni, ma a suo giudizio Washington le «conosce».

Il ministero della Difesa yemenita ha riferito di una «massiccia operazione» nella provincia di Shabwa, durante la quale «dieci membri di al Qaida sono stati uccisi e un altro è rimasto ferito». Un'altra fonte di sicurezza ha parlato di una operazione nella regione di Noussab, uno dei principali feudi dei ribelli estremisti in Yemen. «Diversi raid di droni hanno preso di mira posizioni di al Qaida a Noussab», ha indicato.

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