L'Italia può convincere Bruxelles

BRUXELLES - L'Eurogruppo sarà chiamato domani a dare una valutazione politica sulle opinioni della Commissione europea relative alle Finanziarie dei Paesi membri. Dopo il recente declassamento dell'Italia deciso da Standard & Poor's, la riunione assume un significato particolare. Mentre Roma dovrebbe ricevere dai partner comprensione, Parigi sarà criticata non poco, in un contesto nel quale molti ritengono che l'atteggiamento francese sia di cattivo esempio per la credibilità delle regole europee.

A Francia, Italia e Belgio, la Commissione ha dato tempo fino a marzo per meglio valutare la situazione delle loro finanze pubbliche, esortandoli nel frattempo ad adottare nuove misure per modernizzare la loro economia. Nonostante il declassamento del debito italiano, a BBB-, da parte di S&P, l'Italia in questo momento si avvantaggia del confronto con la Francia, fosse solo perché il deficit italiano è (per ora) sotto il 3,0% del prodotto interno lordo, mentre quello francese è ben oltre questo limite.

Già nelle sue opinioni sui bilanci nazionali per il 2015, Bruxelles aveva criticato Parigi più di Roma. Spiega un alto responsabile europeo: «Alcuni Paesi rimproverano all'Italia di non rispettare la regola del debito, ma una buona parte di loro si rende anche conto che la crisi economica renderebbe il rispetto di questo impegno stupido. Sul versante del deficit, il governo è riuscito a convincere che sta facendo del suo meglio», in un contesto nel quale le riforme sono ritenute più importanti del risanamento.

C'è sempre grande cautela tra i partner europei sulla reale capacità del Paese di riformarsi, ma c'è anche la speranza che il governo Renzi rappresenti una svolta rispetto al passato. Non si può escludere che durante la conversazione di domani il critico rapporto di S&P e le eventuali reazioni di mercato diano nuovo impeto ai ministri delle Finanze più dubbiosi sul futuro dell'Italia (anche se spesso le agenzie di rating sono valutate con prudenza negli ambienti governativi).

Ciò detto, «in questi mesi, l'Italia – prosegue l'alto responsabile europeo – è riuscita a prendere le distanze dalla Francia sia per quanto riguarda le misure di bilancio sia per quanto riguarda più in generale l'atteggiamento politico». Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan «mostra di avere capito che in una unione monetaria bisogna giocare con le regole del gioco. In Francia, invece, il governo sembra rifiutarsi di capire le regole della zona euro», ribadendo che non intende rispettare gli impegni comunitari.

Si prevede che lunedì la discussione tra i ministri sarà accesa, e sotto pressione sarà il ministro delle Finanze francese Michel Sapin. «In fondo – spiega un diplomatico – l'argomento sarà: perché fare del caso francese un'eccezione?». La Francia è lenta sul fronte delle riforme e ha un deficit superiore ai limiti di Maastricht dal 2009. Rivendicando profondi sforzi di finanza pubblica, numerosi Paesi sostengono quindi che i Paesi grandi sarebbero favoriti rispetto ai Paesi piccoli.

Nella sostanza, la Francia è considerata «un virus per la credibilità delle regole europee», dice il diplomatico, notando che l'Austria, per esempio, limita gli sforzi citando proprio il caso francese. L'Eurogruppo dovrebbe quindi fare domani una differenza di apprezzamento tra Italia e Francia. I ministri dovrebbero dimostrare (per ora) una comprensione nei confronti dell'Italia, seppur notando che Bruxelles e Roma hanno stime diverse sull'andamento dei conti pubblici nel 2015.

Alla Francia, invece, potrebbe essere chiesto specificatmente uno sforzo in più, se Sapin non riuscirà a convincere altrimenti i suoi partner europei. Il ministro francese ricorderà probabilmente ai suoi colleghi la delicatezza della situazione politica e la forza crescente dei partiti radicali sulla scena nazionale, in particolare il Fronte Nazionale. «L'argomento politico è stato abusato numerose volte – nota l'alto responsabile europeo –. Agli occhi di molti Paesi ha perso peso».

©RIPRODUZIONE RISERVATA