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Questo articolo è stato pubblicato il 07 dicembre 2014 alle ore 17:32.
L'ultima modifica è del 08 dicembre 2014 alle ore 08:01.

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(Epa)(Epa)

Caccia israeliani hanno compiuto oggi due raid nei pressi di Damasco, bombardando - secondo fonti di stampa israeliane - depositi militari con missili destinati ad Hezbollah. A denunciare le incursioni sono state le autorità siriane, che hanno puntato il dito contro “un'aggressione che dimostra il coinvolgimento diretto di Israele nel sostenere, insieme ad altri Paesi occidentali e ad altri Paesi della regione, il terrorismo in Siria”. Compreso quello jihadista dello Stato islamico (Isis). L'attacco - non confermato ufficialmente né smentito dallo Stato ebraico - avviene nel giorno in cui un rapporto delle Nazioni Unite certifica che “Israele intrattiene da mesi costanti e regolari contatti con gruppi militanti di ribelli siriani che combattono contro il regime del presidente Bashar al-Assad”.

In particolare, i peacekeeper delle Forze Onu dell'Undof spiegano che ufficiali israeliani e miliziani sostenuti dall'estero “hanno collaborato direttamente” lungo il confine israelo-siriano negli ultimi 18 mesi, permettendo il transito di persone, feriti portati in Israele per essere curati, e “casse consegnate a combattenti” in territorio siriano. Secondo quanto riferito dai media siriani, i bombardamenti odierni effettuati dai jet israeliani non hanno causato vittime, ma danni materiali. “Il nemico israeliano - ha precisato la televisione ufficiale - ha attaccato la Siria prendendo come obiettivo due regioni (governative) messe in sicurezza (controllate da Damasco n.d.r.) nella provincia della capitale: il settore di Dimas, vicino al confine con il Libano, e quello dell'aeroporto internazionale” di Damasco.

Abitanti dell'area hanno riferito di aver sentito numerose forti esplosioni. Dal canto suo il Jerusalem Post scrive dei raid citando anonime fonti straniere, secondo le quali obiettivo dei bombardamenti erano armi pesanti e sofisticate provenienti dall'Iran e destinate ad essere consegnate agli Hezbollah libanesi transitando dalla Siria. Una tesi sostenuta anche da una fonte anonima statunitense in dichiarazioni alla Cnn. “Israele ha colpito missili ed equipaggiamenti che avrebbero dovuto essere consegnati agli Hezbollah” in Libano.

L'esercito e l'aeronautica militare israeliani hanno compiuto numerosi attacchi contro postazioni militari siriane dall'inizio della rivolta, in un primo tempo pacifica, contro il regime di Bashar al-Assad nel 2011. L'ultima incursione aerea israeliana in territorio siriano risale allo scorso marzo. In quell'occasione i caccia avevano preso di mira postazioni militari nella regione di Quneitra, vicino al Golan occupato da Israele nel 1967. In precedenza avevano colpito, sempre in territorio siriano, infrastrutture del movimento sciita Hezbollah, sostenitore di Assad e nemico giurato di Israele.

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