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Questo articolo è stato pubblicato il 09 dicembre 2014 alle ore 19:04.
L'ultima modifica è del 09 dicembre 2014 alle ore 20:36.

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Giuseppe De Rita Presidente Censis (Imagoeconomica)Giuseppe De Rita Presidente Censis (Imagoeconomica)

«Voglio continuità con il brand De Rita, la scelta di mio figlio è una precisa strategia imprenditoriale». «Mio figlio non lascia, perché dovrebbe?». «Non c'è alcuno scandalo, il Censis non è un ente pubblico». «Boschi? Non mi interessa quello che dice». «Anche De Benedetti mette i figli nelle sue aziende». «Le critiche? Chissenefrega». Così Giuseppe De Rita, presidente del Censis, a La Zanzara su Radio 24 risponde alle critiche dopo la nomina del figlio Giorgio a direttore generale del Censis, di cui è presidente.

De Rita risponde al ministro Boschi, che aveva parlato di un «cattivo segnale» per i giovani: «Al ministro Boschi non rispondo perché non mi interessa quello che ha detto. Sono gli altri che polemizzano con me, io non polemizzo con nessuno». «Conta il brand De Rita – dice il presidente del Censis a La Zanzara - ci sono 50 anni di De Rita insieme alla parola Censis e non si può pretendere di mantenerlo? È una strategia imprenditoriale, non mi sembra una cosa così scandalosa. È una strategia voluta e precisa mantenere insieme il binomio De Rita e Censis. Il vecchio De Rita ha 83 anni e probabilmente schiatta tra qualche anno, ci tengo a mantenere il binomio.

Non mi sembra che sia peccato mortale con quello che succede in Italia. È uno scandalo così spaventoso? Da quando faccio il capo del Censis non ne ho sbagliata una, altrimenti non saremmo così importanti». «Per quale ragione –dice ancora De Rita a La Zanzara – mio figlio dovrebbe dimettersi? Siamo un'azienda privata dove le regole di selezione sono diverse. Non si fanno concorsi. E poi non riceviamo finanziamenti pubblici ma facciamo ricerche per tutti e i soldi dei contratti col pubblico sono meno del 15 per cento». Ma voi avete fatto dei rapporti dove si parla di giovani umiliati, non è una contraddizione assumere suo figlio?: «Vada da De Benedetti e chieda come ha nominato i suoi figli in azienda, non dirà che ha fatto il concorso o che ha visto 70 curricula. Non riceviamo finanziamenti pubblici ma abbiamo contratti di ricerca da enti pubblici, è un'altra cosa». E le critiche?: «Chissenefrega. Il Censis campa da 50 anni in modo autonomo, privato, sulle gambe di poche persone fra cui me stesso». «Io ho otto figli – dice ancora a La Zanzara – di cui tre sono precari, anche se sono bravi. Ma non mi lamento di questo. Sono un po' discriminati nel mondo del lavoro perché si chiamano De Rita, non è facile chiamarsi De Rita. Quando fanno incontri di lavoro, qualcuno chiede: “Ma lei è il De Rita De Rita?” e allora cambia il tono, e non in modo amicale».

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