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Questo articolo è stato pubblicato il 09 dicembre 2014 alle ore 19:32.

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(Ansa)(Ansa)

Il Messico non è solo scosso dal potere incontrastato del narcotraffico. Le indagini sui 43 studenti uccisi restano avvolte da una nebulosa che offusca pesantemente la presidenza di Henrique Peña Nieto.
La forte caduta del prezzo del petrolio rischia di vanificare gli effetti della madre di tutte le riforme, quella energetica.
La riforma varata dal Messico nei primi mesi del 2014 era foriera di grandi propositi e soprattutto molte attese. La parziale liberalizzazione è stata salutata con entusiasmo da una buona parte dell'establishment economico e politico.

Il governo di Peña Nieto è infatti riuscito a sbloccare un comparto blindato da quasi ottant'anni. Il petrolio venne nazionalizzato nel 1938 e qualsiasi tentativo di liberalizzazione, seppur parziale, fu sempre osteggiato dai politici e dall'elettorato. Anche per questo il 2014 segna l'anno della svolta. Più investimenti stranieri, maggiore produttività, maggiori introiti in valuta estera. Queste almeno erano le aspettative.
Il Messico aveva messo all'asta ben 169 campi per l'esplorazione e molte compagnie internazionali sono ai blocchi di partenza. Tuttavia il calo del prezzo del petrolio induce le compagnie a rivedere gli investimenti programmati.

Il timore che molti operatori possano fare un passo indietro istilla forte preoccupazione nelle stanze della presidenza di Città del Messico. Vediamo perché: un manager dell'Eni, che chiede di non essere citato, spiega che con il prezzo del greggio a 60 dollari si può pensare di confermare un investimento per un giacimento in superficie. E anche in acque poco profonde. Se invece si pensa a un investimento in acque molto profonde diventa certamente più rischioso investire: i costi di esplorazione e produzione potrebbero risultare sproporzionati ai benefici.

Ecco perché la riforma di Pemex non basta più ad attrarre i capitali internazionali.
Paradossalmente il lungo periodo potrebbe offrire maggiori opportunità di investimento, nella speranza che il prezzo torni del greggio torni a salire. Il ministro dell'Energia del Messico, Pedro Joaquin Coldwell, ha dichiarato che «il Paese resta molto competitivo». Ma queste, si sa, sono le rassicurazioni formali.

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