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Questo articolo è stato pubblicato il 09 dicembre 2014 alle ore 14:08.
L'ultima modifica è del 09 dicembre 2014 alle ore 17:06.

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La presidente della commissione e relatrice dell'Italicum, Anna Finocchiaro, ha presentato le proposte di modifica al testo approvato dalla Camera indicate dal premier Renzi dopo l’ultimo incontro con Berlusconi, tra cui figura il premio di maggioranza alla lista (e non più alla coalizione) che supera il 40% (e non più il 37%) dei voti, nonché le soglie di sbarramento abbassate dall'8% al 3%. Saranno “100” e “plurinominali” i collegi elettorali previsti per l'elezione della Camera dei deputati, con capolista bloccato e preferenze per gli altri candidati. Tra le novità, la scomparsa del divieto di apparentamento tra liste in caso di ballottaggio. Non solo. Il capolista di ogni lista può essere candidato fino ad un massimo di dieci collegi plurinominali, e non solo fino a 8 come previsto nel testo originario.

Intanto, la Commissione Affari Costituzionali del Senato ha dato il via libera all'odg di Roberto Calderoli sulla riforma della legge elettorale, ma solo dopo una riformulazione che ha espunto la parte che prevedeva una clausola di salvaguardia per rendere applicabile immediatamente il Consultellum (il sistema elettorale applicabile dopo la sentenza della Consulta che ha stabilito l'incostituzionalità del cosiddetto Porcellum) anche per il Senato.

Emendamenti del relatore, premio alla lista e sbarramento al 3%
Finocchiaro ha presentato gli emendamenti al testo approvato dalla Camera, tra cui figura il premio di maggioranza alla lista (e non più alla coalizione) che supera il 40% - e non più il 37% - dei voti, nonché le soglie di sbarramento abbassate dall'8% al 3%. Saranno “100” e “plurinominali” i collegi elettorali previsti per l'elezione della Camera dei deputati, con capolista bloccato e preferenze per gli altri candidati. I l termine ultimo per la presentazione degli emendamenti alla riforma della legge elettorale in commissione Affari costituzionali del Senato scade mercoledì 10 dicembre (giovedì 11 quello dei sub-emendamenti). L'elettore potrà «esprimere uno o due voti di preferenza» e in caso di espressione della seconda preferenza «a pena di nullità della medesima preferenza» l'elettore dovrà scegliere «un candidato di sesso diverso rispetto al primo». Tra le novità, la scomparsa del divieto di apparentamento tra liste in caso di ballottaggio. Non solo. Il capolista di ogni lista può essere candidato fino ad un massimo di dieci collegi plurinominali, e non solo fino a 8 come previsto nel testo originario.

Ok a odg Calderoli riformulato
Dalla Commissione è arrivato anche il sì con soli quattro astenuti (tre M5S e uno di Sel) e nessun contrario all'odg presentato dal senatore della Lega Roberto Calderoli. Il testo è stato però riformulato, eliminando interamente il punto che chiedeva «l'introduzione di una clausola di salvaguardia che metta a sistema la normativa elettorale vigente, come integrata dalla sentenza della Corte costituzionale numero 1 del 2014, al fine di definire anche per il Senato, una disciplina di rango primario».  L’odg approvato impegna il governo a deliberare una legge elettorale coerente con il superamento del bicameralismo paritario, con premio di maggioranza per la lista che supera «una soglia ragionevole di voti espressi» e, in caso contrario, ballottaggio tra le due liste che hanno raccolto più voti. Prevista poi l’adozione di un sistema che «consenta l’effettiva conoscibilità dei candidati».

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