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Questo articolo è stato pubblicato il 10 dicembre 2014 alle ore 06:37.

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Al sole di Costa Rica e Honduras

È un Odevaine attentissimo alle indagini su Expo 2015 che hanno messo in evidenza il rischio delle fatturazioni e delle sovrafatturazioni per operazioni inesistenti e «sempre più frequentemente proiettato all’estero per curare i suoi interessi economici», quello che gli investigatori descrivono nella nota del 5 giugno 2014 e il Centro e il Sud America, oltre ai Caraibi, sono un pensiero fisso.

Il 14 marzo, ad esempio, al telefono con un suo amico, spiega il progetto di fare una società e comprare un pastificio perché «c’ho dei compratori di pasta che vendono in Africa e in Brasile a prezzi bassissimi, la vogliono la pasta...per questo devo cercà 70 container all’anno facendo un contratto anche biennale; con quella ci paghiamo tutti i costi e ammortizziamo l’investimenti e tutto quello che produciamo in più diventa guadagno, allora io posso portarmela in Costa Rica...».

Il Costa Rica, con l’Honduras, appare anche in una telefonata di tre giorni dopo, 17 marzo, in cui Odevaine, nel parlare con lo stesso amico, secondo la ricostruzione del Ros individua un’altra strada per fare perdere le tracce del denaro a compenso delle attività svolte nella gestione dell’emergenza migratoria: una compravendita a prezzi maggiorati di caffè sull’asse Italia-Honduras-Costa Rica. «Il passaggio da qua a là – spiega Odevaine intercettato – almeno è pulito, non ci so’ passaggi di fondi tra di noi non ci sono problemi e...ogni volta sta’ a insegui’ i soldi».

Venezuela te quiero

Ma è sempre nella telefonata del 14 marzo che appare tutto l’amore per il Venezuela (Paese dal quale è originaria la moglie) nel quale gli affari che bollono in pentola, seguendo il filo delle intercettazioni, non mancano. Là i progetti sembrerebbero grandiosi e spaziano da una linea di autobus, alla ristorazione a una catena di self service di qualità del made in Italy magari da inserire nei centri commerciali e, per non farsi mancar nulla, una linea aerea per le isole (c’erano anche contatti in corso con un finanziatore) «perché se vuoi viaggia’ in Venezuela non trovi un cazzo mai, non c’è mai posto, mai, mai, mai, mai e invece i venezuelani viaggiano molto ad Aruba, Bonaire, Curacao, Cuba...». L’interlocutore gli ribatte: «Luca airline» insomma e Odevaine non può che mettersi a ridere.

r.galullo@ilsole24ore.com

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Le rotte dell’organizzazione

La pista di Cuba

Secondo la ricostruzione del Ros dei Carabinieri, in una nota del 17 aprile 2014, Luca Odevaine, intercettato, illustra al suo interlocutore «le diverse soluzioni da attuare al fine di poter acquisire, senza lasciarne traccia, il denaro frutto dei compensi operativi con i diversi partners con i quali operava nell’ambito della gestione dell’emergenza migratoria sull’intero territorio nazionale». Una traccia che porta a L’Avana. Secondo l’informativa dei Carabinieri inviata il 3 giugno , Mario Schina, uomo di fiducia di Odevaine parla di un suo viaggio a Cuba «per qualche affare andato a buon fine»

Gli affari in Centro America

Il 17 marzo Odevaine parlando con un amico, secondo la ricostruzione del Ros, individua un’altra strada per fare perdere le tracce del denaro: una compravendita a prezzi maggiorati di caffè sull’asse Italia-Honduras-Costa Rica

Obiettivo Venezuela

In Venezuela i progetti di Odevaine sembrerebbero grandiosi e spaziano da una linea di autobus, alla ristorazione a una catena di self service di qualità del made in Italy magari da inserire nei centri commerciali. Ma anche una linea aerea per le isole per la quale c’erano anche contatti in corso con un finanziatore

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