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Questo articolo è stato pubblicato il 10 dicembre 2014 alle ore 06:37.

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C’era chi faceva le rapine, maneggiava le armi ed è diventato rapinatore o un trafficante di droga. E c’è chi ha fatto politica, si è speso nel giornalismo, è stato poi eletto in Parlamento. Tutti figli di un mondo, quello della destra romana degli anni Settanta che è stata la base dell’eversione nera nel nostro paese. 

Tutti fascisti, pronti al saluto romano, a usare le mani e qualcuno di loro anche altro: gente dal grilletto facile. Molti sono finiti nei Nar (Nuclei armati rivoluzionari), qualche altro è morto, alcuni hanno fatto carriera nella politica.

Lo racconta Roberto Grilli, ex neofascista arrestato in Sardegna nel 2011 con 500 chili di cocaina portata su una barca dal sudamerica, in un interrogatorio fatto dal pubblico ministero Giuseppe Cascini.

Camerati di cui Grilli parla per far capire al magistrato il contesto in cui è cresciuto e si è formato: «Ho buttato giù un elenco di nomi - racconta il camerata Roberto - che ci so’ tanti da Barbaro, Pompeo, Perina, tutti vecchi camerati con cui so’ cresciuto, Peppe Dimitri (uno dei fondatori di Lotta Studentesca e Terza Posizione, poi membro dei Nar e tra il 2001 e il 2006 consulente di Gianni Alemanno, allora ministro alle Politiche agricole ndr), Spadavecchia (Vittorio ndr), Macchi, Cittadini, Cochi che è il fratello dell’assessore a Roma (Alessandro Cochi, ex assessore allo sport di Alemanno e accusato nell’inchiesta Mondo di mezzo di associazione mafiosa a cui si aggiungono abuso d’ufficio e violazione del segreto d’ufficio ndr) che poi mi portò un giorno Walter Sordi (terrorista nero poi pentitosi ndr) che era latitante, che lo tenni a casa ospite, con le esercitazioni in cantina, però questi erano anni di terrorismo, so’ cose ormai passate, però ho buttato giù i nomi che mi venivano in mente per vedere se da parte vostra ci poteva essere qualche aggancio ai giorni nostri in un certo senso, certo che un Ragno sappiamo che fa le rapine, Di Scala le faceva, Mario Corsi mo fa l’ultrà della Roma, Alfieri faceva le truffe, cioè si sono un po’ tutti evoluti».

Evoluti, diciamo così, certo: da carnefici, subalterni o fiancheggiatori di Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, tanto per citare i due noti per essere stati condannati per la strage della stazione di Bologna. Quando parla di Perina, Roberto Grilli è probabile faccia riferimento a Marco Perina, finito nell’inchiesta Mondo di Mezzo per il suo stretto rapporto con Massimo Carminati.

Grilli parla di un passato che ritorna, insomma, magari in giacca e cravatta: «È normale - dice Roberto - che hai più feeling con un vecchio camerata, molti adesso sono diventati politici, chi è deputato, però tutta gente De Angelis (Marcello, oggi ex senatore del Pdl), Claudio Barbaro (ex deputato di Fli), però tutta gente...Perina pure...però sono tutta gente cresciuta in quell’ambiente e questi rapporti rimangono, rimangono e negli anni se devi chiedere un favore, una cosa, è facile che hai rispondenze quando c’hai un appoggio di questo tipo che non viceversa».

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