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Questo articolo è stato pubblicato il 11 dicembre 2014 alle ore 09:20.
L'ultima modifica è del 11 dicembre 2014 alle ore 09:29.

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Per la prima volta dal 1402, il Coro virile della Cappella musicale del Duomo di Milano e' impegnato in una lunga trasferta all'estero: dal 24 novembre fino al 14 dicembre sta girando una serie di citta' giapponesi, per presentare al pubblico l'antico canto liturgico ambrosiano, oltre ad altre melodie della tradizione natalizia anche in polifonia.

Non solo: in varie occasioni e' andata in scena una inedita “fusion” tra canto gregoriano e canto Shomyo dei monaci buddisti, dando un esempio inedito di dialogo e armonia interreligiosi attraverso la musica. “Abbiamo fatto meno prove del previsto: l'amalgama tra le due tradizioni di canto si e' rivelato piu' agevole di ogni previsione”, afferma il Maestro Claudo Riva, che dirige il Coro virile nella trasferta giapponese (i ragazzi piu' giovani sono rimasti a casa, anche per la concomitanza delle importanti celebrazioni di S. Ambrogio e dell'Immacolata, ma potrebbero partecipare in una prossima occasione). In concerto, insomma, si e' vista una fusione di suoni e testi della tradizione cristiana e buddista, in una sovrapposizione risultata armonica: quasi un simbolo di incontro tra arte, civilta' e religioni nel segno della pace e della fratellanza.
Il concerto di Tokyo si e' svolto nella Cattedrale di S. Maria progettata da Kenzo Tange, con un programma iniziato con il canto ambrosiano, proseguito con alcune laudi di un antifonario dello Scriptorium di Bobbio e concluso con una parte relativamente moderna (Mozart, Gounod Spinelli) e le elaborazioni di “Stille Nacht” e “Adeste Fideles” di Luciano Migliavacca, per oltre quarant'anni maestro della Cappella del Duomo (scomparso poco piu' di un anno fa). Al ritorno, la Cappella e' attesa da un intenso programma nelle celebrazioni liturgiche in Duomo fino all'Epifania.

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