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Questo articolo è stato pubblicato il 11 dicembre 2014 alle ore 06:37.
L'ultima modifica è del 11 dicembre 2014 alle ore 06:41.

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Un bel problema, senza contare le difficoltà create quest’anno ai contribuenti dalle tante complicazioni dell’imposta unica di nome ma triplice nei fatti scritta nella legge di stabilità dell’anno scorso. Il progetto della local tax, infatti, avrebbe riordinato il quadro reintroducendo la detrazione fissa per l’abitazione principale, con l’obiettivo di riportare un po’ di progressività nella distribuzione del carico fiscale. Ma avrebbe anche tagliato drasticamente le 200mila variabili che hanno caratterizzato Imu e Tasi, moltiplicate anche dalle detrazioni “fai-da-te” che sono comparse solo nel 36% dei Comuni, ma non hanno disdegnato architetture complesse, articolate in decine di fasce di reddito o di rendita oppure fondate su formule più o meno cervellotiche. L’idea, inoltre, era di cancellare la “quota occupanti”, che ha chiesto una quota fra il 10 e il 30% agli inquilini delle abitazioni o degli altri immobili, creando più problemi di calcolo che gettito reale. Senza riforma, tutto questo è destinato a replicarsi l’anno prossimo.

gianni.trovati@ilsole24ore.com

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Le questioni aperte

scambio imu-irpef

Uno dei problemi che ostacolano la nuova tassa locale è rappresentato dallo scambio fra due voci da circa 4 miliardi di euro: la quota erariale dell’Imu sui capannoni, che andrebbe ai Comuni, e l’addizionale Irpef, che sarebbe statalizzata. Il problema riguarda la fissazione di una soglia unica per l’addizionale che nei Comuni è molto diversificata

rebus aliquote

Alcune difficoltà sono emerse poi nel capitolo aliquote, soprattutto per quel che riguarda i limiti massimi della tassa sugli immobili diversi dall’abitazione principale: l’ipotesi di aliquota al 12 per mille avrebbe infatti rappresentato un aumento rispetto al 10,6 per mille attuale, con ulteriori problemi per la deducibilità da Irpef o Ires per gli immobili strumentali alle attività produttive

PRESSIONE FISCALE

L’ipotesi di rinvio al 2016 non risolve però i problemi di pressione fiscale: il tetto all’aliquota al 2,5 per mille sull’abitazione principale, infatti, è previsto al momento solo per il 2014. L’anno prossimo, quindi, senza correttivi la Tasi potrebbe salire fino al 6 per mille senza detrazioni, più che raddoppiando il carico massimo attuale

tetto massimo

Per evitare questo problema, si ipotizza la reintroduzione del tetto massimo provvisorio anche per il 2015. L’anno scorso, però, questa misura fu accompagnata da un assegno da 625 milioni ai Comuni, per far quadrare i conti locali. Quest’anno non è possibile replicare anche l’aiuto, per cui questa misura si tradurrebbe in un taglio ulteriore da 625 milioni

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