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Questo articolo è stato pubblicato il 13 dicembre 2014 alle ore 14:57.

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Ici, Imu, Tari, tasse auto e canone Rai si “mangeranno” panettone e regali alleggerendo e in qualche caso azzerando tredicesime e bonus da 80 euro. La mini stangata fiscale peserà per 1,4 miliardi in più sulle tasche degli italiani rispetto allo scorso anno, riducendo del 3,1% i consumi natalizi delle famiglie che spenderanno in media 1.288 euro, 41 euro in meno rispetto al 2013.

Il nuovo bollettino di guerra sui consumi - questa volta quelli per antonomasia del Natale - arriva dalla Confcommercio che prevede feste «molto dimesse» per gli italiani. I conti sono presto fatti. Quest'anno le tredicesime ammonteranno a 39,2 miliardi, 300 milioni in più rispetto allo scorso anno (+0,9%), ma le tasse complessive peseranno 9,5 miliardi (ben il 18% in più) e le tredicesime disponibili per i consumi saranno pari a 29,7 miliardi (-3,6%). Le famiglie destineranno ai consumi 28 miliardi, il 3,2% in meno rispetto allo scorso anno.

E così secondo l'indagine dell'ufficio studi della Confcommercio sulle previsioni di spesa dei consumatori per oltre sette italiani su 10 il Natale 2014 sarà «molto dimesso». Anche se la tradizione dei regali resiste: per il 50% degli italiani sono sempre «spese necessarie» ma «gradite». E infatti, nonostante la cinghia stretta che non fa intravedere un'inversione di tendenza dei consumi , i pacchetti sotto l'albero ci saranno nella quasi totalità delle famiglie (85,2%) anche se in leggera flessione (85,8% nel 2013). Ma non si tratterà di doni costosi nella maggior parte dei casi. Sotto l'albero si conferma comunque l'ascesa del regalo tecnologico - aumenta dal 13,2 al 15,2% la quota di chi lo preferisce -, ma resiste quello tradizionale, optato da oltre otto italiani su 10.

«Redditi al palo, fiducia in calo, ripresa incerta e faticosa e tasse ancora troppo alte - spiega il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli - rischiano di congelare i consumi anche per questo Natale. Le tasse neutralizzeranno l'effetto bonus di 80 euro e la crescita delle tredicesime portando via alle famiglie 1,4 miliardi di potenziali acquisti». Per questo, secondo Sangalli, serve una «coraggiosa operazione di fiducia per ridare ossigeno a economia e consumi e far ripartire il Paese».

Anche perché il futuro non riserva svolte dietro l'angolo. La fase di recessione-stagnazione, che ha caratterizzato gran parte del 2014, non muterà nei prossimi mesi, «stante la debolezza di tanti indicatori congiunturali, alcuni dei quali segnalano un peggioramento», sottolineano i commercianti. A novembre, infatti, continua a deteriorarsi il clima di fiducia delle famiglie, che da agosto non mostra segnali di inversione di tendenza. I consumi a ottobre sono ferni rispetto a settembre e in calo dello 0,5% sull'anno, registrando una stagnazione della durata di 5 mesi. Una stasi che segnala «l'assenza di veri sintomi di ripresa della domanda delle famiglie» i cui livelli sono ancora del 12% inferiori rispetto alla fine del 2007, prima dell'inizio di questa lunga crisi.

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