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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2014 alle ore 18:30.
L'ultima modifica è del 14 dicembre 2014 alle ore 20:13.

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Shinzo Abe (Ap)Shinzo Abe (Ap)

Shinzo Abe, premier uscente giapponese, ha vinto le elezioni politiche anticipate da lui volute e annunciate senza molto preavviso. Nonostante fosse ben saldo al potere, Abe ha deciso di ricorrere anzitempo al voto per chiedere ai giapponesi: siete d’accordo a proseguire con la mia politica economica? Gli elettori hanno detto sì, avanti allora con l’Abenomics.

Il voto di oggi è infatti considerato un referendum sul programma economico del premier di centro destra da cui prende il nome, Abenomics, quindi iniezioni di liquidità sul mercato sul modello del Quantitative Easing americano, forti stimoli fiscali per innescare una fase di crescita dopo almeno due decenni di stagnazione e, più recentemente, di deflazione.

La breve campagna elettorale giapponese, 12 giorni appena, si è chiusa con gli appelli dei leader dei partiti rivolti soprattutto all'ampia fascia di indecisi. Che alla fine sono rimasti a casa: l’affluenza si è attestata attorno al 52%, nuovo record negativo rispetto al 59,32% registrato nel 2012. La coalizione formata dal partito liberal democratico di Abe e dal Nuovo Komeito ottiene 325 seggi della Camera bassa (su 475). Si tratta di una maggioranza superiore ai due terzi dell'assemblea.

Shinzo Abe, forte di oltre i due terzi dei seggi conquistati, annuncia di «aver ricevuto un mandato del popolo grazie ai risultati del mio governo negli ultimi due anni. L'economia è la mia prima priorità e dopo, attraverso una diplomazia strategica, intendo rafforzare la posizione del Giappone nello scenario globale».

Per non tradire la spinta nazionalista della sua base, Abe riaffermerà il ruolo di potenza regionale del Giappone, tentando di destreggiarsi con l'imgombrante vicino cinese, con il quale le dispute territoriali e storiche sono all'ordine del giorno non ultime la tensione sulle Isole Senkaku. Non è un caso che arrivano subito le congratulazioni dei presidente americano, Barack Obama: «L'alleanza fra Stati Uniti e Giappone è una pietra miliare per la pace e la prosperità nell'area dell'Asia Pacifico. Apprezziamo la forte leadership di Abe su un'ampia gamma di temi regionali e globali».

La bassissima affluenza spinge però molti ad interrogarsi se Abe ha davvero vinto le elezioni e se quindi i giapponesi sostengono la sua Abenomics, o se gli elettori sono rimasti a casa sfiduciati dalla mancanza di alternative.In ogni caso dopo la fine dello spoglio l'appuntamento con la nuova Dieta è fissato già per il 24 dicembre quando Abe dovrà essere formalmente ri-confermato premier.

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