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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2014 alle ore 13:49.
L'ultima modifica è del 14 dicembre 2014 alle ore 13:59.

Primi effetti “politici”, a destra, dell’inchiesta di Roma Capitale che sta squassando la classe dirigente di molti partiti. «Se necessario», promette Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia-An (il partito dell’ex primo cittadino Gianni Alemanno, coinvolto nell’inchiesta), intervenendo a “L'Italia soprattutto” al Quirino di Roma, «sarò in prima fila appena il Pd manderà a casa ”Kung Fu Panda”», riferimento al sindaco dem di Roma Ignazio Marino, considerato un “marziano” per l’ambiente politico romano.
A Berlusconi: il centrodestra come è stato finora è morto
«Noi - spiega Meloni ai militanti che affollano il teatro - siamo - l'alternativa a Matteo Renzi, non vogliamo morire renziani e dico a Berlusconi che il centrodestra, come è stato finora, è morto e non si può assemblare qualcosa che è morto». La sfida, aggiunge, è quella di «mettere in piedi un sistema per vincere: ci vuole qualcosa di nuovo e ci sono energie fresche da recuperare per questo».
La sfida a Salvini
Meloni parla anche dell’ascesa del leade della Lega Nord Matteo Salvini e della sua possibile leadership a destra. «Fa sul serio oppure no?», si chiede l’ex ministra della Giovenù del governo Berlusconi, riferendosi in particolare al passo indietro sul tema del secessionismo, oppure «vuole solo drenare voti dal Sud per eleggere parlamentari antimeridionali del Nord?». Nel primo caso, «siamo disponibili al confronto e al lavoro insieme ma se non è un'operazione genuina noi lotteremo per il Sud».
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