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Questo articolo è stato pubblicato il 15 dicembre 2014 alle ore 11:21.
L'ultima modifica è del 15 dicembre 2014 alle ore 19:32.

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Giovanni Malagò, Matteo Renzi, Ignazio Marino (LaPresse)Giovanni Malagò, Matteo Renzi, Ignazio Marino (LaPresse)

Roma parteciperà alla corsa per ospitare le Olimpiadi 2024. La Capitale è così la prima città ufficialmente candidata per i Giochi del 2024. L’annuncio è arrivato questa mattina dal premier Matteo Renzi, nel Salone d'Onore del Coni, nel corso della cerimonia di consegna dei Collari d'Oro al merito sportivo. L'Italia si candida alle Olimpiadi del 2024, con Roma al centro del progetto, «e non lo faremo con lo spirito di De Coubertin, per partecipare: lo faremo per vincere, statene certi», ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi, nel corso della cerimonia dei Collari d'Oro del Coni. «L'Italia ha tutte le condizioni per mettersi in gioco: non è una questione di colore politico, sono le istituzioni che devono tornare a puntare in alto - ha detto Renzi, annunciando la candidatura - Se ci sono i problemi dobbiamo affrontarli e risolverli, senza permettere loro di impedirci di sognare. Ogni atleta quando parte sa che non sarà facile: se aspettasse la facilità non farebbe l'atleta».

No a un’Italia ranicchiata: lo sport deve aiutare l’Italia
«Lo sport deve aiutare l'Italia: voi atleti avete vinto medaglie, avete sempre puntato all'oro. Anche quando non ce l'avete fatta, avete comunque vinto la medaglia d'oro della determinazione, del coraggio, dell'energia», ha detto Matteo Renzi, parlando al Coni. «Il nostro Paese - ha aggiunto il premier - sembra troppo spesso rassegnato, senza ambizione. Non dico che non si può perdere, può succedere, ma quello che non è accettabile è che non ci si provi, che si stia rannicchiati e si rinunci a giocare la partita». Per il presidente del Consiglio «l'Italia ha tutto per mettersi in gioco, i problemi non ci possono impedire di sognare. Se aspettassimo che le cose fossero facili, non ci metteremmo mai in gioco.

Con le nuove regole del Cio di possono cedere alcune gare ad altre città
La ricetta è: meno investimenti e possibilità di far disputare alcune gare anche in altri luoghi. Nel pacchetto delle nuove linee guida del Cio c’è infatti la possibilità di “cedere” alcune gare ad altre città dello stesso Paese o anche straniere, in via eccezionale e per ridurre i costi.

Nel 2012 Monti non firmò la lettera di garanzia
La situazione odierna è ben diversa da quella del 2012, quando l'allora presidente del Consiglio Mario Monti non firmò la lettera di garanzia («Visto il momento abbiamo ritenuto di dover essere molto responsabili», spiegò) che avrebbe dovuto accompagnare il cammino di Roma nella corsa per le Olimpiadi del 2020.

Malagò: un giorno importante
Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, nel suo intervento introduttivo in occasione della cerimonia di consegna dei Collari d'oro, ha ringraziato il premier Matteo Renzi, «perché in tutto questo periodo sei sempre stato molto vicino al nostro mondo» e il sottosegretario Delrio con il quale «c'è un rapporto di amicizia che va molto oltre i ruoli istituzionali». Compatibilmente «con la flessibilità che è stata adottata dal Cio attraverso le nuove norme approvate a Montecarlo questa settimana, finalmente possiamo sognare in grande tutti insieme: il Coni, il Governo, Renzi e l'Italia», ha dichiarato. Oggi «sarà un giorno importante per tutti, per Roma, per Napoli, per Firenze, per la Sardegna, ma anche per il Nord Italia che ha in Milano un punto di riferimento irrinunciabile», ha sottolineato Malagò.

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