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Questo articolo è stato pubblicato il 15 dicembre 2014 alle ore 10:57.
L'ultima modifica è del 15 dicembre 2014 alle ore 11:07.

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Il debito pubblico è aumentato a ottobre di 23,5 miliardi, salendo fino a quota 2.157,5 miliardi. Un risultato che resta comunque al di sotto del record di 2.168,75 miliardi toccato a giugno 2014. È quanto risulta dal bollettino “Finanza Pubblica, fabbisogno e debito” della Banca d'Italia. Dal bollettino emerge anche che le entrate tributarie, sempre a ottobre, sono state pari a 28,5 miliardi, in diminuzione del 2,7 per cento (0,8 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2013. Nei primi dieci mesi dell'anno le entrate sono rimaste invece sostanzialmente invariate.

Debito pubblico aumenta a 2.157,5 miliardi a ottobre
Il debito delle Amministrazioni pubbliche è dunque aumentato in ottobre di 23,5 miliardi, a 2.157,5 miliardi (rispetto ai 2.134 miliardi di settembre scorso ). L'incremento riflette per 6,6 miliardi il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche e per 17,8 miliardi l'aumento delle disponibilità liquide del Tesoro. Nel complesso, l'emissione di titoli sopra la pari, l'apprezzamento dell'euro e gli effetti della rivalutazione dei Btp indicizzati all'inflazione (BTPi) hanno contenuto l'incremento del debito per 0,8 miliardi.

Aumenta il debito nelle amministrazioni centrali
Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 25,0 miliardi, quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 1,5 miliardi, mentre il debito degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente invariato.

Entrate tributarie: -2,7% a ottobre, stabili nei primi 10 mesi
Sempre dal supplemento al Bollettino Statistico dedicato alla finanza pubblica, risulta che le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari in ottobre a 28,5 miliardi, in diminuzione del 2,7 per cento (0,8 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2013. In dieci mesi, le entrate sono rimaste sostanzialmente invariate (a 307,722 miliardi). Ma, tenendo conto di una disomogeneità nella contabilizzazione di alcuni incassi, la dinamica delle entrate tributarie sarebbe stata meno favorevole.

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